Funivia Stresa Mottarone, lo zio del piccolo Mattia: “Schifo pensare siano morti per soldi”
"Fa schifo pensare che siano morti per i soldi, sempre i soldi stanno dietro a tutto". Si sfoga all'agenzia stampa l'Ansa Corrado Guzzetti, l'ex cognato di Vittorio Zurloni e zio del piccolo Mattia, due delle 14 vittime rimaste uccise nella tragedia del Mottarone domenica scorsa. Guzzetti commenta la notizia dei tre indagati, in stato di fermo dalla scorsa notte, che hanno ammesso che manomettere l'impianto frenante d'emergenza della funivia Stresa è stata una scelta assolutamente consapevole. "La scelta è stata presa per ovviare a inconvenienti tecnici dovuti al malfunzionamento del sistema frenante d’emergenza", ha precisato il procuratore della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi. A causa di questa decisione sono morti gli affetti di Corrado Guzzetti, ovvero Vittorio Zurloni, la compagna Elisabetta Persini e il piccolo Mattia di cinque anni.
Lo zio: Le condoglianze della politica mi fanno solamente più rabbia
Per questo la rabbia di Guzzetti, ristoratore di Vedano Olona, in provincia di Varese: "Non si può morire portando la famiglia in un posto tranquillo. O cadere da un ponte. Le condoglianze della politica mi fanno solamente più rabbia, perché la responsabilità di queste tragedie è la loro". Vittorio e Elisabetta avrebbe dovuto sposarsi tra un mese e a celebrare la funzione sarebbe stato il primo cittadino Vedano Olona che, raggiunto da Fanpage.it, ha detto come fossero "una coppia ben voluta da tutti". Il dolore è grande anche tra i compagni e le maestre del piccolo di cinque anni che purtroppo non ce l'ha fatta. La dirigente scolastica della scuola dell'infanzia frequentata dal bambino ha spiegato di aver radunato tutti i docenti per poter spiegare ai bambini cosa fosse successo e aiutarli nell'elaborare il lutto.
Trovato il secondo "forchettone" utilizzato per disattivare il freno d'emergenza
In stato di fermo ora ci sono il direttore del servizio Enrico Perocchio, il capo operativo Gabriele Tadini e il titolare della società ‘Ferrovie del Mottarone' Luigi Nerini. Secondo gli inquirenti questi avevano deciso di "bypassare" gli inconvenienti tecnici dell'impianto installando un dispositivo, un cosiddetto "forchettone", per disabilitare i freni di emergenza. Il secondo di questi pezzi è stato trovato questa mattina: per la Procura non è escluso che la manomissione fosse stata nota anche ad altri, oltre ai tre indagati. "Credo che l'impianto, gestito dalla società, abbia plurimi dipendenti. Verificheremo se anche il personale sapeva, il che non significa che fosse una loro decisione". Intanto le indagini stanno andando avanti e potrebbero portare ad altri fermi.