Funerali di Silvio Berlusconi, tensione in piazza Duomo: diversi i contestatori
Si stanno svolgendo i funerali di Stato per Silvio Berlusconi, il leader di Forza Italia morto lunedì 12 giugno al San Raffaele a Milano. La cerimonia è in Duomo. Sono circa novemila i cittadini presenti in piazza tra elettori e tifosi del Milan e del Monza, le due squadre di calcio che hanno avuto Berlusconi nel ruolo di proprietario. Poco prima che arrivasse il feretro, si sono registrati attimi di tensione.
Perché una donna ha deciso di protestare in piazza Duomo al funerale di Berlusconi
Una donna, infatti, ha organizzato una forma di protesta pacifica: si è presentata in piazza indossando una maglietta con scritto "Io non sono in lutto". La manifestante ha spiegato: "Sappiamo tutti cosa c'è stato dietro a lui e come ha fatto le sue prime fortune. È un pregiudicato". La signora ha spiegato di aver deciso di organizzare questo gesto per i suoi figli: "Hanno deciso per il funerale di Stato e per il lutto nazionale, non riservati a chi ha dato la vita per la legalità".
Tensione in piazza Duomo a Milano durante i funerali di Silvio Berlusconi
Ha poi precisato come la "santificazione di questi giorni è falsa" definendola "una forzatura alla realtà delle cose". Molti partecipanti hanno criticato il gesto della donna. Un uomo le avrebbe detto che bisognerebbe smettere con questa divisione.
Un'altra ha affermato che sarebbe stato necessario avere rispetto "almeno per la morte e per la famiglia" invitando la donna, che stava protestando in maniera pacifica, di andare via.
C'è chi addirittura, oltre a insultarla insinuando che cercasse solo visibilità, ha affermato che "sono trent'anni che gettate odio". Fortunatamente le critiche non sono degenerate in violenza fisica.
Un altro contestatore: "Vergogna di Stato"
Anche un'altra persona, un uomo, si è presentato con una maglia con su scritto: "Io non sono in lutto". In questo caso, è stato necessario un intervento per impedire che esplodesse una rissa tra il contestatore e la folla. Un altro, intorno alle 16, è stato allontanato mentre sollevava un cartello con scritto: "Vergogna di Stato". La polizia è intervenuta prima che la situazione degenerasse.