Funerali di Alessandro e Silvia: le bare dei fidanzati morti sul Mottarone vicine in chiesa
Tanta commozione e tristezza nel saluto a Silvia Malnati e Alessandro Merlo, i due fidanzati morti nello schianto della funivia del Mottarone a Stresa. I funerali, che per volontà delle famiglie si sono svolti nello stesso momento, sono stati celebrati oggi pomeriggio, giovedì 27 maggio, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria a San Fermo, quartiere di Varese in cui abitava la coppia. In città è stato proclamato il lutto cittadino. Nella chiesa del quartiere c'è stato anche chi, per l'emozione, non ha retto: durante la funzione funebre infatti è intervenuta anche un'ambulanza, chiamata a quanto pare per soccorrere una persona che ha accusato un malore.
I due ragazzi erano andati da poco a vivere insieme
Silvia e Alessandro erano da poco andati a vivere insieme: il loro futuro è stato distrutto da quella che sembrerebbe essere stata "una scelta consapevole". Stando alle indagini svolte finora dagli inquirenti, infatti, le tre persone fermate per la tragedia avrebbero ammesso di non aver inserito consapevolmente il freno di emergenza. Silvia Manati aveva 27 anni e da poco aveva conseguito la laurea in Economia. Per diverso tempo aveva lavorato come commessa in un negozio Kiko. Alessandro Merlo invece aveva 29 anni. Da qualche anno lavorava in un'azienda in Svizzera. Entrambi hanno vissuto fin dalla nascita nel quartiere San Fermo e proprio lì avevano deciso di prendere casa insieme, vicino alle loro famiglie.
La madre di Alessandro: Se mio figlio è morto per i freni dovranno pagare
La madre di Alessandro in un'intervista al quotidiano La Repubblica aveva detto: "Se mio figlio è morto per questo dovranno pagare". La donna ha poi spiegato di non aver avuto il coraggio di andare sul luogo dell'incidente e poi a riconoscere il corpo del figlio: "Non oso pensare come fossero ridotti i corpi di Alessandro, di Silvia e delle altre vittime. Per questo ho preferito non andare, per ricordarmi mio figlio da vivo e non disteso su un letto in obitorio".
(Ha collaborato Simone Giancristofaro)