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Fuga di gas nel residence di Linate, la mamma di Pietro Caputo sviene in obitorio: “Non è mio figlio”

È stata la madre di Pietro Caputo, una delle due giovani vittime del residence Linate a Novegro (Milano), a svelare il tragico scambio di persona. A perdere la vita, in realtà, è stato Francesco Mazzacane.
A cura di Francesca Del Boca
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Francesco Mazzacane e Pietro Caputo
Francesco Mazzacane e Pietro Caputo

La madre all'obitorio, chiamata per riconoscere il cadavere del figlio. Ma, quando alza il lenzuolo, la scoperta che la lascia a bocca aperta. E la fa cadere svenuta al suolo. "Non è lui. Non è mio figlio".

Un tragico scambio di persona. Che, prima di tutto, è un ulteriore strazio per genitori, fratelli e amici. Sono state coinvolte in questo crudele malinteso due famiglie di Torre Annunziata e Torre Del Greco (Napoli), accorse nella periferia milanese dopo la notizia più terribile: una fuga di gas, probabilmente proveniente da una caldaia difettosa, ha colto nel sonno due ragazzi campani che da qualche giorno pernottavano in un residence alle porte di Linate, Francesco Mazzacane (24 anni) e Pietro Caputo (21 anni). Uno è morto, l'altro è in fin di vita.

È la madre di Pietro Caputo a scoprire il drammatico scambio di persona

I soccorritori piombano nella stanza, hanno fretta: uno dei due respira ancora, bisogna salvarlo a tutti i costi. E così, nel caos, scambiano le identità. Accanto al ragazzo senza vita, sul comodino, i documenti riportano un nome e un cognome: Pietro Caputo.

E così, in quei momenti concitati, sul referto medico e poi sul verbale dei militari viene scritto quel nome. Ma non finisce qui. Il pm, che apre un fascicolo per omicidio e lesioni colpose, non ritiene necessario mandare sul posto il medico legale: il quadro è chiaro, una fuga di monossido di carbonio ha ucciso Pietro Caputo e portato in stato di incoscienza Francesco Mazzacane. Fine, nessun ulteriore accertamento.

È la madre di Pietro, da Torre Annunziata, a svelare l'errore. In obitorio, al momento del riconoscimento del cadavere, non vede il volto del figlio: quel corpo appartiene al compagno di Pietro, Francesco. È Pietro a essere in gravissime condizioni, e non Francesco. Francesco, purtroppo, è la vittima delle esalazioni mortali respirate in quel residence di Novegro.

La ricerca di una vita migliore dalla Campania a Milano

Cosa ci facevano i due giovani fidanzati in quell'hotel di periferia, accanto alle piste dell'aeroporto e ai campi? Era l'inizio di una nuova strada da percorrere insieme, lasciandosi alle spalle la vita precedente. Francesco, che era un po' più grande, aveva già trovato un lavoro a Milano come dipendente dell'Esselunga. Pietro, secondo le prime ricostruzioni, si trovava lì proprio per fare qualche colloquio.

Il primo passo verso un altro futuro da costruire a Milano. L'ultimo, in realtà.

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