Fuga di Artem Uss, uno dei presunti complici: “Partecipai all’evasione, non pensavo fosse una cosa così grossa”

Continua il processo a carico di Dimitry Chirakadze, aristocratico russo accusato di essere stato il coordinatore del piano di fuga con cui nel marzo del 2023 il magnate russo Artem Uss evase dai domiciliari a Basiglio (Milano), dove si trovava in attesa dell'estradizione negli Stati Uniti. Uss era stato arrestato a Milano su mandato americano con l'accusa di contrabbando di petrolio dal Venezuela e traffico di tecnologie militari per la guerra in Ucraina. Nell'udienza del processo a Chirakadze, Srdan Lolic, uno dei testimoni, nonché indagato nell'inchiesta per la fuga di Uss, ha dichiarato di non aver "mai negato di aver partecipato" al piano di evasione ma di non aver pensato "di fare una cosa così grossa".
Nelle scorse udienze Lolic ha anche spiegato che l'organizzazione per l'evasione di Uss era cominciata con alcune telefonate di Igor Zubarev, parlamentare russo morto nel maggio del 2023, con l'imprenditore Igor Turuhanov e successivamente con lo stesso Lolic: "Durante la seconda chiamata con Igor Zubarev – ha spiegato Lolic in collegamento dalla Serbia – lui mi aveva detto che c'era la possibilità che venisse a Belgrado una persona di fiducia del padre di Artem Uss per parlare con me. Per la prima volta ho parlato con Dmitry a proposito dell'evasione".
"Ancora non sapevamo quale soluzione sarebbe stata messa in atto – ha spiegato ancora Lolic – perché su Artem non si sapeva nulla di definitivo. Abbiamo discusso sulle possibilità, prendendo poi una decisione quando il Tribunale di Milano ha deciso sull'estradizione. Dal primo giorno l'opzione della fuga era in programma".
La fuga di Uss fu ricostruita nel corso delle indagini dei Carabinieri coordinate dal pm Giovanni Tarzia: il magnate russo riuscì a raggiungere la Russia attraversando la frontiera slovena con l’uso di quattro autovetture ed effettuando una serie di sopralluoghi nei mesi precedenti all'evasione. Ad aiutarlo ci fu una rete di cinque fiancheggiatori: il serbo Vladimir Jovancic detto "il vecchio", 52 anni, già indagato per associazione a delinquere, furto e ricettazione; il figlio Boris, appassionato di calcio e delle partite allo stadio di San Siro; Matej Janezic, sloveno di Lubiana, 30 anni, Nebojsa Ilic e, appunto, Srdan Lolic.
Tra questi, Matej Janezic è già stato condannato a 2 anni e 8 mesi di lavori di pubblica utilità mentre Vladimir Jovancic e il figlio Boris hanno patteggiato pene fino a 3 anni.