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Fuga di Artem Uss: il ministro Nordio scarica la colpa sui magistrati, che lo smentiscono

Il Ministro Nordio sostiene di aver inoltrato alla Corte d’Appello di Milano una nota degli Stati Uniti che avvertiva del pericolo di fuga. Ma il presidente della corte spiega di non averla mai ricevuta.
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Sono ancora troppi gli aspetti da chiarire sulla fuga di Artem Uss, l'imprenditrice russo evaso dagli arresti domiciliari a Milano mentre era in attesa di essere estradato negli Stati Uniti. E sono troppe le pressioni, anche a livello internazionale, perché non si faccia chiarezza.

È scontro fra Nordio e la Corte d'Appello di Milano

L'ultima diatriba è fra il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e la Corte d'Appello di Milano. Il primo sostiene di aver trasmesso di magistrati milanesi una nota della dipartimento di giustizia americano in cui si segnalava l'alto rischio di fuga di Uss, dopo che gli erano stati concessi gli arresti domiciliari.

Giuseppe Ondei, presidente della Corte d'Appello milanese, smentisce però il Ministro e sostiene che il suo ufficio non abbia mai ricevuto questa richiesta. Secondo il magistrato, a loro sarebbe pervenuta soltanto la risposta di Nordio al dipartimento di giustizia americano.

In quella replica, peraltro, il Ministro della Giustizia avrebbe rassicurato il collega americano sul fatto che il braccialetto elettronico era del tutto equiparabile alla custodia cautelare in carcere, sposando di fatto la tesi della magistratura che gli aveva accordato gli arresti domiciliari.

Interviene Giorgia Meloni

Sul caso, che rischia di scatenare un incidente diplomatico con gli Stati Uniti, oltre che di inasprire lo scontro fra il Ministro della Giustizia e i magistrati, è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni.

La presidente del Consiglio ha confermato che ci sono diverse "anomalie da chiarire" e si è riservata "di parlarne con il ministro Nordio per capire bene come sono andate le cose". Ma forse sarebbe il caso di sentire entrambe le campane.

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