Fuga dal Beccaria, uno dei 7 detenuti evasi sarebbe uscito dal carcere tra pochi giorni
Uno dei ragazzi evasi dal carcere Beccaria avrebbe finito di scontare la pena ai fini di gennaio. Anche altri sarebbero usciti entro poco mesi per essere poi affidati in comunità. Solo uno tra loro ha un fine pena di cinque anni: è questo il quadro che emerge dall'analisi dei profili dei sette giovani detenuti evasi la notte di Natale. Due di loro sono stati trovati quella sera stessa mentre uno si è costituito. Sono ancora ricercati gli altri quattro.
Chi sono i detenuti evasi dal carcere Beccaria e ricercati
I tre, che adesso come raccontato a Fanpage.it da Don Claudio cappellano dell'istituto, si trovano in isolamento: si tratta di due 17enni e un 18enne. All'appello mancano altri due 17enni, un 18enne e un 19enne. Tutti si trovavano al Beccaria per furti e rapine: nessuno di loro era coinvolto in fatti di sangue. Gli investigatori della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Mario Piramide, stanno analizzando i filmati di sorveglianza per capire quali fossero i ruoli e i compiti.
Come hanno fatto a scappare dal carcere
Nel pomeriggio del 25 dicembre, dodici detenuti si trovavano in cortile. Uno di loro avrebbe chiesto a un agente di prendere un pallone così da poter giocare a calcio nel giorno di Natale. Non appena il poliziotto si è allontanato, i ragazzi hanno attuato il piano: hanno buttato giù la parte che copriva il ponteggio dei lavori e scavalcato un vecchio campo di calcio.
Per calarsi dal muro, uno di loro ha usato un lenzuolo. Quando però questo si è strappato, gli altri hanno deciso di andare dall'altro lato del campetto e scavalcare un muro più basso. Il giorno successivo alla fuga, altri detenuti hanno fatto scoppiare una protesta bruciando alcuni materassi: quattro agenti sono stati poi portati in ospedale.
Le carenze del carcere Beccaria
L'evasione e la protesta sono sintomi del collasso che il carcere Beccaria vive da diversi anni: mancano agenti penitenziari che possano non solo sorvegliare, ma garantire la sicurezza stessa dei ragazzi. Mancano gli educatori fondamentali per il percorso di recupero e reinserimento. Manca una struttura adeguata considerato che i lavori vanno avanti da tanti anni. Manca anche un direttore: ne sono cambiati tre in un anno e tutti sempre part-time.