Freddo e Covid aggravano situazione clochard, Arca: “Peggiorato anche status psicologico”
L'ultimo clochard è stavo trovato senza vita ieri giovedì 28 gennaio e da inizio anno in Lombardia se ne contano già quattro. La situazione sta diventando allarmante e per questo diverse associazioni ed enti stanno incrementando i loro servizi: "C'è un aumento di morti rispetto lo scorso anno. Abbiamo quindi intensificato le unità di strada", spiega a Fanpage.it Alberto Sinigallia, presidente del progetto Arca attiva sul territorio dal 1994 e che fornisce assistenza a tutti coloro che vivono in strada.
Sinigallia: Molte persone preferiscono vivere in strada
Per aiutare le persone senza fissa dimora il Comune di Milano ha attivato "Il piano freddo" mettendo a disposizione più strutture rispetto l'anno precedente. Un'iniziativa lodevole che si scontra però con il volere di coloro che preferiscono vivere in strada: "Anche se ci sono posti ed edifici disponibili, molti preferiscono continuare a rimanere in strada. Questo perché alcuni non vogliono sottostare alle regole previste all'interno delle strutture – afferma a Fanpage.it il presidente -. Anche se ci fossero mille posti disponibili, non è detto che vengano riempiti. Per questo motivo, abbiamo sperimentato negli anni precedenti l'housing first dove davamo una casa in cui non c'erano operatori e si era indipendenti".
Le iniziative di Progetto Arca
E per aiutare questi clochard, Progetto Arca ha intensificato le iniziative: "Stiamo incontrando in strada un grande bisogno sotto tutti i punti di vista – continua Sinigallia -. Sia a livello sanitario, ma soprattutto a livello psicologico. Rispetto a un anno fa c'è uno stato d'animo più depressivo. Gli effetti del Covid sono stati avvertiti anche da coloro che devono reintegrarsi nella società, ma che trovano molti servizi chiusi e non vedono un orizzonte certo e sicuro". Oltre al possibilità di fare un tampone rapido e alla distribuzione di sacchi a pelo, Arca distribuisce diversi kit: "C'è quello igienico con dentro dentifrici, assorbenti, cerotti e tutto ciò che può servire per mantenere la propria igiene personale. A questo si aggiunge poi un kit vestiario con abiti nuovi". L'associazione ha inoltre dato via alle colazioni calde attraverso le cucine di strada: "Dalle 7 alle 9 cerchiamo di dare una mano e fornire dei pasti caldi. Purtroppo infatti molte mense a causa del Coronavirus sono ancora chiuse".
Cosa possono fare i cittadini
Infine il presidente ha voluto rivolgere un invito alla popolazione: "Se vedete persone che hanno bisogno di aiuto, si può chiamare lo 02-88447646 e chiedere un intervento. Una volta fatto, sarà inviata un'equipe che porterà la persona senza fissa dimora a fare il tampone per poi inserirlo in un dormitorio. Se però la persona dovesse essere in una condizione di salute molto grave, il consiglio è quello di chiamare direttamente la Croce Rossa il cui intervento è tempestivo".