video suggerito
video suggerito

Frati costretti a lasciare il convento di Sant’Angelo a Milano: “Vogliono fare speculazione edilizia”

Il convento verrà chiuso dal 4 ottobre perché “mancano frati” per coprire le altre sedi della comunità dei Frati minori, dal Piemonte a Friuli-Venezia-Giulia. Ma il timore dei cappuccini e dei fedeli è che dietro questa scelta ci sia “una volontà speculativa”.
A cura di Sara Tirrito
103 CONDIVISIONI
La chiesa di Sant'Angelo a Milano
La chiesa di Sant'Angelo a Milano

Sei frati francescani dovranno abbandonare il convento Sant'Angelo, in zona Moscova, a Milano. La chiusura è in discussione dal 7 giugno e avverrà definitivamente il 4 ottobre. Un frate e diversi fedeli, però, si oppongono a questa decisione, temendo che qualcuno voglia fare speculazione edilizia.

La chiusura del convento di Sant'Angelo a Milano

Il provvedimento riguarda soltanto il convento e non la chiesa parrocchiale, che continuerà a rimanere aperta. A svolgere le funzioni religiose saranno i frati della Comunità di Sant'Antonio, che è la più vicina. La chiesa è nota per fornire ospitalità e supporto alle associazioni del territorio, e organizzare iniziative per i fedeli del quartiere, che adesso dovranno rivolgersi ad altri frati.

In un comunicato diffuso a fine luglio, la provincia (l'ente che gestisce le comunità religiose) di Sant'Antonio, competente per quella sede, ha dichiarato di voler spostare i frati in altri conventi per "garantire un servizio omogeneo in tutte le regioni dove l'Ordine è presente".

La provincia dei Frati minori, l'organo più grande a cui appartiene Sant'Antonio, infatti è attiva in diverse regioni del Nord Italia, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia. Ma per la carenza di nuove ordinazioni, alcune sedi si stanno spopopolando. I frati e i fedeli di Sant'Antonio però non ci stanno, e nelle scorse ore hanno organizzato delle manifestazioni per esprimere il loro dissenso.

I dissidenti

È stato in particolare uno di loro, frate Lucio, 73 anni, a esporsi con la stampa. In un'intervista al Corriere della sera, il frate ha dichiarato di non volersi trasferire a Torino, dove sarebbe assegnato. "Non ho alcuna intenzione di andarmene – ha spiegato – non lo trovo giusto".

"Ci hanno spiegato – continua – che è diminuito il numero dei frati e non è più possibile tenere aperto, noi avevamo chiesto due anni per trovare nuove soluzioni, le forze sono ancora sufficienti, ma non c’è stato alcun margine di discussione. Ma non vedo ragioni che giustifichino questa chiusura e temo ci sia dietro una volontà speculativa".

Dalla sua parte, i fedeli, che hanno manifestato con lui davanti alla Chiesa con cartelli con scritto: "Salviamo il convento di S. Angelo". I sostenitori di frate Lucio hanno lanciato anche una petizione in cui sottolineano come la parrocchia avesse creato occasioni di aggregazione, dal Coro al mercatino di San Francesco, rese possibili grazie all'attività dei frati.

103 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views