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Frank Matano: “Arrivato a Milano non potevo pagare l’affitto, ho deciso di fare il comico grazie a Pozzetto”

Frank Matano approda a Milano alla caccia dei nuovi talenti della comicità locale con lo spettacolo Oversympathy, dal 17 maggio alla Santeria Toscana. “Da Milano mi aspetto tante storie diverse e un po’ di comicità all’inglese. È la città dove i sogni diventano realtà, ma forse corre un po’ troppo”
A cura di Francesca Del Boca
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Sarà a Milano per cercare le nuove stelle della comicità locale. Frank Matano da stasera approda nel capoluogo lombardo con le tre date di Oversympathy, tutte sul palcoscenico della Santeria Toscana in zona Bocconi (17, 19 e 26 maggio): uno spettacolo open mic in cui chi abbia un repertorio comico a disposizione può avere l'occasione di esibirsi dal vivo, di fronte a un pubblico in carne e ossa. "Mi aspetto molto dalla data di Milano. Per scrivere un pezzo comico c'è bisogno di un punto di vista originale e Milano, da questo punto di vista, è la città perfetta", ha raccontato l'attore, 35 anni, a Fanpage.it.

Come funziona il format che porti in scena?

Ogni data ha i suoi iscritti, a Milano saranno novanta persone a serata. Tra tutti questi iscritti estrarrò a sorte tra i dieci e i quindici nomi: i prescelti avranno a disposizione 90 secondi di performance comica ininterrotta, seguita da un'intervista dove conosceremo meglio la persona che si è appena esibita sul palco. Il tempo dell'intervista sarà variabile, ci lasceremo trasportare da ciò che accade sotto i riflettori.

L'open-mic è un format di stampo anglosassone. Si sta diffondendo anche in Italia?

Le grandi città come Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo sono realtà con un underground molto fertile di comici che cercano di farsi strada con la stand-up, che poi altro non è che l'antico cabaret. Ma forse è Milano la realtà migliore, da questo punto di vista.

Come mai?

È una città eterogenea, e la comicità ha un profondo bisogno di nutrirsi di punti di vista e voci differenti per raccontare sempre nuove storie. A Milano ci sono ragazzi di seconda generazione, gente del Sud salita al Nord, persone di ogni provenienza…

Che tipo di comici ti aspetti di trovare a Milano?

Mi aspetto da Milano una serata più varia possibile, che appunto apra una finestra sull'Italia e sulle sue diversità.

E pensare che il luogo comune vuole che i milanesi siano antipatici…

Ma infatti non esistono i milanesi a Milano, prova a trovarne uno! Scherzi a parte, in realtà a me i milanesi fanno molto ridere. Insieme ai genovesi hanno il tipo di umorismo che più si avvicina alla comicità inglese. È la dry comedy, comicità di sottrazione, disillusa, sottile, che mi piace molto. Poi pensiamo a Diego Abatantuono, Claudio Bisio… e soprattutto Renato Pozzetto, uno dei miei maestri.

Renato Pozzetto?

È stato uno dei pochi a portare sul palco o davanti alla telecamera la comicità surreale, la mia preferita in assoluto. A me è scoppiata così la passione per la risata, davanti a quella modalità di far ridere: è cominciata da bambino con i Looney Tunes, il Jim Carrey di the Mask, Scemo & più scemo… e poi Renato Pozzetto, che è sempre quella cosa lì. Alcune scene dei film di Pozzetto sembrano quelle dei cartoni di Bugs Bunny. Geniale.

Stasera torni nella città in cui tutta la tua carriera ha avuto inizio.

Sono arrivato a Milano nel 2008, al tempo non potevo permettermi nemmeno una stanza in affitto. Per fortuna mi ha ospitato in casa Davide Parenti, che mi ha fatto vivere al meglio la città: dovevo appoggiarmi per qualche settimana, e alla fine mi sono fermato per più di quattro anni. Sono grato a Milano, è un posto in cui puoi davvero emanciparti, realizzarti: tutti vengono a cercare fortuna qui, nel motore d'Italia.

Lati negativi?

Il bel fermento e le ambizioni di cui si nutre, e che la spingono in avanti, forse a volte la fanno correre un po' troppo veloce. C'è troppa gente che fa busy work, sempre indaffarata, è impossibile incontrarsi o anche solo comunicare. Quando torno al mio paese da Milano, paradossalmente, apprezzo ancora di più la calma e la tranquillità dei ritmi di vita che mi appartengono da sempre.

Non vivresti a Milano, insomma.

Abito a Roma e ci sto bene perché sono a metà tra Milano, dove vado molto spesso per lavoro, e il mio paese in Campania. Vivere a Milano significherebbe stare lontano dal posto in cui sono nato e… no, non fa per me.

Puoi dirci chi ti affiancherà sul palco della Santeria Toscana?

Sorpresa. Posso dire che saranno nomi affermati della scena comica locale come nelle precedenti date di Roma sono stati Valerio Lundini, Stefano Rapone, Daniele Tinti e Maccio Capatonda.

Ma che significa Oversympathy, il titolo del tuo show?

Strafare pur di far ridere a tutti i costi. Ma più vado avanti con lo spettacolo, più mi rendo conto di essere io il più oversympathy. Quando cerchi di far ridere in fondo sei un po' un cecato con la lanterna. Vai a tentativi, devi continuamente correggere il tiro, capire come continuare a essere divertente dopo tante volte che hai detto la stessa cosa, ovviamente senza esagerare.

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