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Francesco, lo studente con disabilità che rischia di essere escluso dalla gita: “Non c’è un Oss che può accompagnarlo”

Francesco, un 18enne con disabilità grave, vorrebbe partecipare alla gita scolastica in Irlanda. Anche negli anni precedenti ha partecipato a viaggi lunghi senza la sua famiglia. Quest’anno però questo suo diritto è a rischio perché non si trova un Oss.
A cura di Ilaria Quattrone
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Un ragazzo di appena 18 anni rischia di non andare in gita scolastica in Irlanda con i propri compagni di classe. Francesco, infatti, ha una disabilità grave e non ci sarebbe alcun operatore socio sanitario disponibile ad accompagnarlo durante i cinque giorni all'estero. A denunciare l'accaduto è la madre dell'adolescente.

Il 18enne vive a Segrate e frequenta il quarto anno del liceo Donatelli Pascal che si trova a Milano. Ha necessità di un'assistenza di base costante: una circostanza che però non gli ha mai impedito di partecipare ad altri viaggi senza i suoi genitori. E infatti, quando l'istituto scolastico ha progettato il viaggio d'istruzione, nessuno pensava che Francesco rischiava di non parteciparvi.

"La dirigente scolastica Alberta Liuzzo si è fatta in quattro per trovare una soluzione, ma la normativa attuale prevede che l’assistenza durante le ore scolastiche sia a carico del personale Ata, che però non è previsto che presti questa assistenza anche al di fuori della scuola. E allora chi può farlo?", ha raccontato la madre del ragazzo al giornale Prima La Martesana. 

Una domanda alla quale non si è trovato risposta nemmeno il 25 novembre quando si è svolto un incontro tra la preside, la madre del ragazzo, il medico di famiglia, l'assistente sociale del Comune di Segrate e i rappresentanti dell'Azienda socio sanitaria territoriale Melegnano-Martesana. In questa occasione infatti "c'è stato solo uno scaricabarile su chi si dovesse occupare di trovare i soldi", ha spiegato ancora la donna.

Al termine dell'incontro è stato stabilito che il Comune, la scuola e Asst pagheranno l'oss mentre la famiglia dovrà occuparsi della sua formazione. La scuola ha quindi domandato alla cooperativa che si occupa del servizio educativo, ma non è stato possibile trovare alcun operatore. La palla è poi passata al Comune che, il 13 febbraio, ha inviato una lettera in cui chiedeva una dichiarazione clinica che attestasse la sussistenza delle condizioni di sicurezza e che la partecipazione allo stage non fosse pregiudizievole per lo stesso.

"Il Comune non può chiedere a un ente sanitario il rilascio di una dichiarazione di questo genere. E comunque non sarebbe in capo a loro decidere se Francesco è in grado di andare in gita. È lui a scegliere in quanto maggiorenne, peraltro supportato da noi genitori", ha detto ancora la donna.

La madre del ragazzo ha quindi affermato che se necessario accompagnerà lei il figlio in gita "perché non voglio che rinunci a questo viaggio e al suo diritto a vivere le stesse esperienze dei suoi coetanei". 

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