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Francesca Noè, A Milano Puoi: “In 2 anni 2 traslochi, se non hai soldi la città ti respinge anche se ci sei nata”

Francesca Noè, blogger classe 1990, racconta la città dalla sua seguitissima pagina social: nuove aperture, locali storici, eventi e curiosità. “Milano è sempre stata il luogo dell’accoglienza. Ma il rischio che si trasformi presto in città vetrina è concreto”
A cura di Francesca Del Boca
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Francesca Noè
Francesca Noè

Da anni racconta Milano dalla sua pagina Instagram e dal sito A Milano Puoi. Bar, locali, ristoranti, mercati, eventi e nuove aperture: Francesca Noè, milanese classe 1990, spiega con foto e video gli angoli e i movimenti della città a più di centomila fedelissimi seguaci e ai visitatori di passaggio che desiderano scoprire il capoluogo lombardo, ormai a pieno titolo tra le più attrattive capitali europee. "Ma il rischio è che presto Milano diventi davvero respingente anche per chi la abita".

Perché hai deciso di metterti a raccontare Milano sui social?

Sono nata e cresciuta a Milano, eppure non ho mai amato visceralmente la mia città. Quando ero ragazzina mi andava stretta, desideravo tanto andare all'estero. Quando poi sono tornata, però, mi sono resa conto che le cose succedevano anche a Milano: stava sempre più diventando una città stimolante, viva, internazionale.

Come è cambiata la città negli anni?

Adesso è una meta in cui esserci, il cosiddetto place to be dove le cose succedono. Venti, trent'anni fa non era certo così: in fondo Milano, per chi la viveva, era come un grandissimo paese diviso a zone. Dopo l'Expo la mentalità è più aperta, è arrivata tantissima gente diversa. Ci sono i distretti cool, Isola, Porta Venezia, Porta Romana… insomma, è in corso una evidente "europeizzazione" della città, purtroppo con tutti i lati negativi che ne conseguono.

Quali sono?

Gentrificazione sempre più pressante, aumento incontrollato dei prezzi, malcontento sociale, la sensazione di maggiore insicurezza da parte degli abitanti.

Proprio il tema sicurezza a Milano, in questo momento storico, è in cima al dibattito pubblico. 

Da questo punto di vista, per quanto mi riguarda, non riscontro grandi differenze rispetto al passato. Bisogna stare attenti e i problemi ci sono, sì, come penso accada in ogni grande città.

Si parla spesso anche della questione affitti. 

Non ho una casa di proprietà e in poco più di due anni sono stata costretta ad affrontare due traslochi. Abitavo in zona corso XXII Marzo, e ora sono dovuta andare via. Quindi sì, questo mi fa sentire in qualche modo respinta dalla città in cui sono nata, in cui voglio vivere e a cui penso di portare valore ogni giorno della mia vita. Da questo punto di vista Milano è molto, molto respingente, se non hai proprietà o abbastanza soldi per poterci stare dentro.

Come cambierà Milano in futuro?

Temo che questa tendenza, che spinge fuori le persone e rende la città esclusiva, rischi di svuotare Milano: il pericolo che diventi una città vetrina, purtroppo, è davvero concreto. Insomma, non vorrei che anche qui capitasse come a New York, che si è trovata a dover impedire gli affitti brevi perché non c'erano più case per chi ci abitava. Un vero peccato anche perché Milano è una realtà bella da vivere, vivace, a misura d'uomo.

E poi?

Dal punto di vista della scena cittadina, mi auguro di vedere più novità in giro. Nell'ultimo periodo noto la tendenza ad aprire attività tutte simili tra loro. Soprattutto dal punto di vista enogastronomico, ci vorrebbe l'arrivo di un outsider che porti finalmente una ventata di freschezza.

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Un pregio di Milano. 

Paradossalmente l'accoglienza, le opportunità. È l'unica realtà d'Italia in cui realizzare progetti, sentirsi accolti e non giudicati.

A Milano Puoi, insomma. 

La battuta che mi fanno più spesso è "a Milano puoi…se hai i soldi", "A Milano non puoi". Da un certo punto di vista è così, d'accordo. È una città dura, respingente: lo è anche per me. Ma ci sono tantissime altre realtà in Italia in cui, appunto, puoi molto meno: Milano invece offre anche molte opportunità di realizzazione personale, e spesso non ce ne rendiamo conto.

Un difetto. 

Per il momento, non mi sembra ancora pronta a includere la mole di persone che sta arrivando. Stanno nascendo nuove metropolitane, l'hinterland si sta agglomerando alla città… ma la città resta troppo piccola, non si allarga davvero. Con tutti i problemi che ne conseguono.

La zona che racconta meglio l'anima della città?

Quella compresa tra corso XXII Marzo e Risorgimento. Una zona elegante che parte da fondamenta popolari e oggi da quel punto di vista è purtroppo inaccessibile ai più, visti i prezzi delle case. Ma è sicuramente il quartiere più interessante da scoprire se si vuole assaporare un po' l'anima di Milano: negozietti di quartiere, bar con specialty coffee, ristoranti…

Insomma, come si può raccontare una Milano non esclusiva?

Personalmente cerco di fornire una mappa della città nella sua interezza, mantenendo un equilibrio tra l'occasione speciale e la realtà per tutti i giorni. L'intento è quello di essere inclusivi: offrire una guida che permetta a tutti di identificarsi e sentirsi accolti, senza escludere nessuno.

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