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Frana e tsunami sul lago d’Iseo, dubbi sul cementificio di Tavernola: interrogazione in parlamento

Si indaga sulle cause delle continue frane che si verificano sul Monte Saresano, l’ultima delle quali rischia di fare precipitare tonnellate di roccia nel lago d’Iseo a Tavernola Bergamasca, provocando un’onda di tsunami. Sotto osservazione l’attività del cementificio Italsacci. Un’interrogazione parlamentare del M5S al Ministero della Transizione ecologica chiede di valutare la situazione ed eventuali provvedimenti.
A cura di Simone Gorla
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Verificare "la causa delle continue frane che coinvolgono da alcuni decenni il Monte Saresano" dopo il recente distacco di tonnellate di materiale che rischiano di precipitare nel lago d'Iseo a Tavernola Bergamasca "e in particolare la possibile correlazione tra l’attività estrattiva e gli stessi episodi franosi".

La richiesta arriva dopo i timori espressi dai residenti e delle associazioni ambientaliste nei confronti dell'attività del cementificio Italsacci ed è contenuta in un'interrogazione a risposta scritta al Ministero della Transizione ecologica presentata dai deputati Dori Devis, Alberto Zolezzi e Claudio Cominardi del Movimento 5 Stelle.

La zona del Monte Saresano, in provincia di Bergamo, è infatti oggetto di un'intensa attività cementiera fin dall'inizio del Novecento, con diversi passaggi di proprietà degli impianti, oggi in mano alla Società Italcementi s.p.a., parte del gruppo Heidelberg Cement. Da decenni vengono svolti nell'area le attività di escavazione e di sbancamento per estrarre marna da cemento, "nonostante i diversi segni di instabilità che ne hanno segnato la storia", si legge nel testo presentato dai parlamentari 5 Stelle, "nel corso dei decenni si sono susseguite numerose frane, le più consistenti nel luglio 1970, nel marzo 1986, nel novembre 2010″.

L'ultimo inquietante episodio risale al mese di febbraio di quest'anno, quando "l'area ha iniziato pericolosamente a cedere in modo significativo, creando crepe ben visibili e movimenti importanti rilevati dagli strumenti di monitoraggio, fino a 20 millimetri al giorno". Un fronte di frana "con più possibili punti di rottura, viene stimato in oltre 2 milioni di metri cubi", che ha provocato l'allarme in tutta la zona, la chiusura di strade e aree limitrofe, ma anche lo stop temporaneo del cementificio. La caduta di una tale mole di materiale avrebbe conseguenze devastanti, anche per l'onda di tsunami alta fino a 9 metri che si potrebbe generare con la caduta nel lago.

Al momento il movimento della frana è stato fermato, ma la situazione resta delicata, tanto che il sindaco di Tavernola ha scritto al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere lo stato di emergenza. Il piano predisposto dalla protezione civile prevede l'evacuazione di 470 persone. Intanto la Regione Lombardia ha stanziato 250mila euro per i lavori di messa in sicurezza.

Il timore ora è che una ripresa dell'attività del cementificio Italsacci possa aggravare le condizioni del Monte Saresano e il rischio per la sicurezza della popolazione e dei lavoratori. Per questo si chiede al ministero di valutare le cause delle frane e le eventuali azioni da intraprendere, ma anche di "valutare il possibile impatto ambientale e sull’intero ecosistema lacustre nel caso in cui la frana trascinasse nel lago materiale come additivi e combustibili in deposito presso lo stabilimento" e infine se intenda "utilizzare risorse del Piano Nazionale di ripresa e resilienza per realizzare un programma straordinario di consolidamento dei territori a rischio idrogeologico compreso quello del Lago di Iseo".

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