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Fotografia, la Cina di Henri Cartier-Bresson in mostra a Milano: i suoi storici reportage al Mudec

Dal 18 febbraio al 3 luglio 2022 il Mudec, Museo delle culture di Milano, ospita la mostra “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49/1958”. Esposte oltre cento foto di uno dei maestri del fotogiornalismo, scattate durante due suoi reportage in Cina.
A cura di Francesco Loiacono
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Gold rush in Shanghai (Henri Cartier-Bresson)
Gold rush in Shanghai (Henri Cartier-Bresson)

Lo hanno soprannominato "l'occhio del secolo" per la sua attenzione all'istante e per essere stato tra i pionieri del fotogiornalismo, testimone con la sua macchina fotografica di alcuni tra i più importanti avvenimenti del Novecento. Henri Cartier-Bresson è considerato uno dei maestri della fotografia: da venerdì 18 febbraio 2022 al Mudec di Milano, il Museo delle culture in via Tortona, approda per la prima volta in Italia la mostra "Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49/1958".

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Si tratta di oltre cento stampe originali che fanno parte di due diversi reportage del fotografo francese in Cina, in due momenti cruciali per il Paese asiatico. Nel suo primo viaggio, iniziato nel novembre 1948 e che al posto delle due settimane previste durò dieci mesi, Cartier-Bresson fu testimone della fine della guerra civile cinese, con la caduta del Kuomintang (il partito nazionalista di Chiang Kai-shek) e la presa del potere da parte del partito comunista guidato da Mao Zedong. Nel reportage, commissionato a Cartier-Bresson dalla rivista "Life", il fotografo si ritrovò a documentare la caduta della vecchia capitale Nanchino, retta dal Kuomintang, e il passaggio verso il regime comunista: Cartier-Bresson partì difatti poco prima della proclamazione della Repubblica popolare cinese (il primo ottobre 1949). Lo stile di questo reportage influenzò il fotogiornalismo, proponendo un nuovo modello fatto di attenzione ai soggetti ritratti ma anche all'equilibrio formale delle composizione fotografica, di attenzione all'aspetto giornalistico ma anche a quello poetico di uno scatto.

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Il secondo reportage a dieci anni di distanza dal primo

Il secondo reportage risale invece al 1958. Cartier-Bresson, a 10 anni dal suo primo lavoro "cinese" (celebrato e rinomato), torna in una Cina diversa che sta affrontando il "grande balzo in avanti", una delle massicce tappe di industrializzazione forzata del Paese ordinate da Mao. Per quattro mesi Cartier-Bresson visitò luoghi selezionati dal regime, come complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi e paesi rurali "modello". Ma nonostante fosse sempre accompagnato da una guida, riuscì comunque a mostrare anche gli aspetti più controversi e negativi del regime: dallo sfruttamento del lavoro all'asfissiante controllo militare e alla propaganda.

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Henri Cartier-Bresson al Mudec: informazioni, orari e prezzi

La mostra, promossa dal Comune di Milano e prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, è stata realizzata anche grazie alla collaborazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson che ha fornito documenti d'archivio, documenti e lettere. La rassegna, curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su, comprende immagini tra le più famose nella storia della fotografia, come il "Gold Rush in Shanghai": il 23 dicembre del 1948, a fronte del crollo del valore della moneta di allora, il Kuomintang sull'orlo del collasso decide di distribuire 14 grammi di oro a persona, causando code e assembramenti di persone che cercano di scambiare il loro oro in cambio di denaro.

La mostra "Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49/1958" sarà visitabile fino al 3 luglio 2022 nei seguenti giorni e orari: il lunedì dalle 14.30 alle 19.30, il martedì, mercoledì, venerdì e la domenica dalle 9.30 alle 19.30, il giovedì e il sabato dalle 9.30 alle 22.30. Il biglietto intero costa 12 euro, 10 euro il ridotto. L'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura.

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