Fontana e quei 5,3 milioni di eredità della mamma su due conti cifrati alle Bahamas
Un conto in Svizzera all'Ubs e 5,3 milioni di euro "scudati" da trust alle Bahamas, eredità della madre, utilizzato da Attilio Fontana per prelevare 250mila euro da girare al cognato Andrea Dini come risarcimento per la fornitura di camici da 513mila euro a Regione Lombardia, che era stata trasformata in donazione dopo che un'inchiesta di Report aveva sollevato il conflitto di interessi del governatore.
È quanto emerge dalle indagini dei pm di Milano, partite dalle denunce sulla fornitura di materiale per 513mila euro da parte della Dama spa e arrivati a verificare alle verifiche sui conti svizzeri del presidente leghista.
Conto in Svizzera e 5,3 milioni di fondi alle Bahamas: le verifiche della magistratura
Gli accertamenti degli inquirenti milanesi sono un atto dovuto, dal momento che Fontana è indagato per frode nella vicenda. L'esistenza dei fondi su cui la Procura ha avviato i controlli è emersa da un alert dell'antiriciclaggio scattato nel momento in cui, il 17 maggio, il governatore ha cercato di fare un bonifico da 250mila euro in favore del cognato. Il ruolo politico di Fontana e l'entità della somma proveniente da scudo fiscale hanno fatto sì che partisse una segnalazione alla Banca d'Italia, arrivata poi alla guardia di finanza.
L'eredità della madre in due trust e la "voluntary discosure" nel 2015
Nel settembre 2015 infatti Fontana ha utilizzato la legge sulla "voluntary discosure" per regolarizzare il denaro ricevuto in eredità dalla madre. Un "tesoro" da 5,3 milioni che in precedenza era detenuto da due "trust" alle Bahamas costituiti nel 1997 e nel 2005. Tutto lecito, almeno da quando l'eredità di famiglia è stata "scudata". Ma Fontana di questi soldi all'esterno non aveva mai parlato.
Così nelle ultime ore non sono mancati gli attacchi e le polemiche. “Il Movimento 5 stelle è pronto a presentare la mozione di sfiducia al presidente Fontana", ha dichiarato il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Pirellone, Massimo De Rosa. Oggi il governatore riferirà in aula al Consiglio regionale, per rispondere alle accuse e provare a uscire dall'accerchimento.
La donazione che Regione Lombardia non ha mai formalmente accettato
Dal lavoro dei pm di Milano emerge poi un altro dettaglio paradossale. Come rivela Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, i magistrati non avrebbero trovato, tra i documenti della centrale acquisti regionale Aria spa, nessuna delibera o atto formale con cui la Regione Lombardia abbia accettato la trasformazione in donazione della fornitura pattuita da 75mila camici.
L'avvocato del governatore: Da lui scrupolo e onestà
Attilio Fontana "non ha avuto alcun ruolo nell'accordo di fornitura dei camici, non c'è alcuna traccia in questo senso e anzi ci sono elementi precisi che escludono un suo ruolo. E quello che ha fatto dopo è solo un sovrappiù di scrupolo e di onestà", ha dichiarato l'avvocato Jacopo Pensa, legale del presidente della Regione Lombardia, in un'intervista al Giornale.