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Fontana due giorni dopo Codogno: “19 città focolaio”. Audio inedito con elenco dei comuni mai chiusi

La sera del 23 febbraio in una riunione con il governatore lombardo Attilio Fontana, il prefetto di Lodi e i vertici della Protezione civile viene deciso di allargare la zona rossa di Codogno ad altri 9 comuni tra Lodigiano e Cremonese. Nell’audio del vertice, che Fanpage.it pubblica in esclusiva, si comprende come tutto fosse pronto, dal dispiegamento dell’esercito ai check point. Mancava solo il via libera formale della giunta regionale. Che non è mai arrivato. “Così la zona non è stata protetta, nonostante l’incidenza di positivi al covid più alta della regione”, denuncia il consigliere regionale cremasco Marco Degli Angeli.
A cura di Simone Gorla
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La riunione si tiene nel sera del 23 febbraio. Sono ore drammatiche, il contagio è fuori controllo ed è già stata definita la prima zona rossa per contenere la diffusione del coronavirus, che comprende Codogno e altri nove comuni. In collegamento telefonico ci sono il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il prefetto di Lodi, Marcello Cardona, i vertici della protezione civile da Roma. Si discute della possibilità di allargare il lockdown a ulteriori nove comuni: 6 lodigiani e 3 cremonesi. Una decisione che, come quella relativa a Nembro e Alzano Lombardo, non sarà mai presa.

Allargamento della zona rossa a Lodi e Cremona: l'audio della riunione in cui la decisione non fu presa

Nell'audio che Fanpage.it pubblica in esclusiva si sente il governatore dettare i nomi dei comuni da coinvolgere nell'allargamento della zona rossa. Ai primi dieci comuni se ne aggiungono altri nove. Il primo citato, è un errore: "Casalpusterlengo? Ah no, c'era già", si corregge Fontana. Poi l'elenco: "Santo Stefano Lodigiano, San Rocco al Porto, Corno Giovine, Cornovecchio, Caselle Landi, Pizzighettone, Formigara, Gombito, e Brembio".

Il prefetto di Lodi era già al lavoro su militari e i check point

A questo punto interviene il prefetto di Lodi, Marcello Cardona, rivolgendosi al capo della protezione civile Borrelli: "Angelo sono Marcello, sono tutti miei tranne Pizzighettone, Formigara e Gombito, che sono in provincia di Cremona. Il resto è tutto Lodi". Cardona passa quindi a illustrare le azioni in corso per predisporre l'allargamento della zona rossa: "Guarda sto facendo il calcolo, credo che dobbiamo aggiungere altri 20mila (residenti in lockdown ndr). Ci stiamo muovendo credo sulle 60mila persone, questa è la cifra. Noi stiamo già lavorando su quei dieci (comuni) che Attilio aveva già individuato… in modo molto avanti col lavoro. Avevamo già individuato i check (point), già individuato i rinforzi, che parte di quelli sono già arrivati. Già ho dato indicazione (…) di essere rigorossisimi negli interventi su strada, cominciamo a prepararli all'ulteriore restringimento".

Mancava solo l'atto formale di Regione Lombardia

"Appena Attilio mi formalizza, ma già lo sapevo perché me l'aveva comunicato Giulio (Gallera ndr), questi comuni", prosegue il prefetto, "lavoriamo sui nuovi check perché li dobbiamo ovviamente mettere su carta e poi comunico e a te al dipartimento della pubblica sicurezza che è già preavvisato, l'ho già detto e comunicato al ministro dell'Interno, che ci sarà un ulteriore allargamento". Si tratta di un passaggio molto importante, perché da queste parole si comprende come la protezione civile e le forze di sicurezza fossero di fatto già pronte a intervenire. Quindi il prefetto aggiorna i presenti anche su "l'uomo che Roberto ha mandato" (probabilmente in riferimento al ministro della Salute Roberto Speranza, presente anche a un'altra riunione il cui audio sta facendo discutere), "che si sta egregiamente occupando di tutte le problematiche interne e sta funzionando molto bene".

"Hanno temporeggiato come ad Alzano, provincia di Cremona non protetta"

Mancava quindi solo il via libera da parte della giunta regionale, un atto formale che, però, non sarebbe mai arrivato. "La richiesta a Fontana è di mettere nero su bianco la volontà di agire, ma nei fatti nessuna zona rossa è stata ampliata", commenta il consigliere regionale Marco Degli Angeli (M5s), cremasco, che da tempo segue la questione. "Da questo audio qui emerge che c'era ampia disponibilità da parte della protezione civile di dispiegare tutte le forze necessarie per istituire nuove zone rosse. Regione aveva la possibilità di fare o indirizzare scelte importanti. Fontana, Gallera, tutta la giunta non si è dimostrata all'altezza: così nessuna zona del Cremonese è stata protetta, nonostante sia la provincia con incidenza di positivi al covid più alta della regione. Come ad Alzano hanno temporeggiato e non hanno capito la gravità della situazione".

L'assessore Gallera su questa questione ha reso noto che “il presidente di regione Lombardia Attilio Fontana, in conferenza con la Presidenza del Consiglio, avrebbe proposto una cintura di sicurezza di 22 Comuni attorno a Codogno e Castiglione d’Adda. il Governo, tuttavia, ne accoglieva solo 10”. Un elenco parziale (manca per esempio Pizzighettone), su cui non è mai emerso riscontro. Tra attese e rimpalli di responsabilità, la vicenda del mancato allargamento delle zone rosse lombarde, già finita nel mirino dei magistrati, si arricchisce di un nuovo capitolo.

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