Fondi Lega, arrestato l’imprenditore Barachetti: ai domiciliari per caso Lombardia Film Commission
C'è un nuovo arresto per il caso Lombardia Film Commission, l'inchiesta della Procura di Milano sulla compravendita a prezzo ritenuto gonfiato di un capannone a Cormano. L'imprenditore Francesco Barachetti è stato arrestato e posto ai domiciliari. La misura cautelare è stata eseguita dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza nell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pubblico ministero Stefano Civardi.
Fondi Lega: c'è un nuovo arresto per il caso Lombardia Film Commission
Barachetti è accusato di concorso in peculato ed emissione di false fatture nella vicenda della vendita dell'immobile di proprietà dell'ente regionale per la promozione del cinema sul territorio lombardo. L'imprenditore dagli atti dell'indagine risulta legato ai contabili del Carroccio arrestati nei mesi scorsi: Andrea Manzoni, Michele Scillieri e Alberto Di Rubba, suo vicino di casa.
Chi è Francesco Barachetti, l'elettricista vicino ai commercialisti della Lega
Ex consigliere del comune di Casnigo, Barachetti è titolare di una società che porta il suo nome (Barachetti Service srl) che si occupa di impiantistica elettrica e idraulica. L'azienda, che si occupa di ritrutturazioni, secondo quanto emerso da un'inchiesta di Report avrebbe ottenuto lavori per quasi 1,5 milioni di euro da parte di Lega Nord, Lega Salvini Premieri e Pontida Fin, l'immobiliare del partito. Dal canto suo, sempre secondo la ricostruzione dell'inchiesta, Barachetti avrebbe erogato denaro verso i cassieri del partito: il tesoriere Giulio Centemero e gli stessi Alberto Di Rubba, direttore amministrativo dei conti del gruppo parlamentare alla Camera, e Andrea Manzoni, revisore contabile del gruppo al Senato.
Si allarga quindi l'indagine sui passaggi di denaro sospetti tra conti e società tutti riconducibili agli stessi commercialisti vicini alla Lega. Un intricato labirinto architettato per creare fondi neri, nell'ipotesi degli inquirenti, che ipotizzano collegamenti con il caso dei 49 milioni di rimborsi elettorali che il Carroccio deve restituire.