Fondi Lega, a processo con rito immediato i commercialisti Di Rubba e Manzoni
Sono stati rinviato a giudizio con rito immediato i due revisori contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e l'imprenditore Francesco Barachetti. Il giudice per le indagini preliminari di Milano Giulio Fanales ha accolto la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi: sul banco degli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, di peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e reati fiscali per l'inchiesta sul caso Lombardia Film Commission collegato alle operazioni sospette su presunti ‘fondi neri' per il partito.
L'inchiesta sulla vendita del capannone a Cormano
L'inchiesta gira attorno alla compravendita a prezzo ritenuto gonfiato di un capannone a Cormano, acquistato per 800mila euro da Lombardia Film Commission, ente regionale che all'epoca era diretto dallo stesso Di Rubba. Per l'accusa i soldi pubblici spesi per quell'operazione immobiliare sarebbero finiti in società legate ai tre commercialisti, mentre una parte dei fondi sarebbe anche arrivata in un conto in Svizzera. I fatti risalgono al 2017: i tre professionisti finiti ai domiciliari sono Alberto di Rubba, ex presidente Lombardia Film Commission e direttore amministrativo della Lega alla Camera, Andrea Manzoni, revisore contabile della Lega al Senato, e Michele Scillieri nel cui studio, in via privata delle Stelline 1 a Milano, è stata fondata la "Lega per Salvini Premier".
L'udienza fissata per il 15 aprile
Il prossimo 15 aprile invece si apriranno le porte del tribunale della settima sezione penale: i tre imputati avranno 15 giorni di tempo per valutare se chiedere o meno riti alternativi. Intanto restano ai domiciliari. A fine febbraio spetterà al giudice per le indagini preliminari Lidia Castellucci pronunciarsi sulle istanze di patteggiamento dell'altro commercialista Scillieri e del cognato Fabio Barbarossa, all'epoca dei fatti a capo dell'immobiliare Andromeda, coinvolta nella vendita dell'immobile di Cormano. Mentre ha già patteggiato a 4 anni e 10 mesi il presunto prestanome Luca Sostegni.