Focolaio nel Lodigiano, Fontana: “Prevedibile con aperture, ma vaccino previene conseguenze gravi”
Il presidente della Regione Attilio Fontana ha parlato dell'incremento di contagi che si è registrato negli scorsi giorni nel Lodigiano, dove a distanza di circa 20 giorni dai contagi zero registrati il 15 giugno è scoppiato un focolaio di Covid. "Nel lodigiano si è verificato qualche piccolo incremento di contagi – ha detto oggi Fontana al Tgr – è una cosa abbastanza prevedibile, tenendo conto che ormai le limitazioni sono ridotte e l'apertura generalizzata può favorire questo genere di situazioni. Quello che occorre sottolineare – ha però aggiunto il governatore leghista – è che grazie alla campagna vaccinale, chi si ammala non viene ospedalizzato e non ha conseguenze gravi. È opportuno ribadirlo per convincere la gente che ancora non l'ha fatto, a vaccinarsi".
Il focolaio del Lodigiano partito da una festa a Codogno
Ieri in tutta la provincia di Lodi, stando al bollettino ufficiale diramato dalla Regione Lombardia, sono stati registrati 13 dei 129 casi complessivi riscontrati in Lombardia. Sarebbero in parte legati al focolaio che si è sviluppato dopo una festa in un locale di Codogno, la cittadina in provincia di Lodi in cui si registrò il primo caso di Coronavirus in Italia, e che ha visto tra i contagiati quattro cittadini di Orio Litta, il cui sindaco si era appellato al buon senso: "Voglio chiedere ai miei concittadini, almeno in questi giorni, di indossare le mascherine come se fossimo ancora a due mesi fa, dato il focolaio – ha detto il primo cittadino Francesco Ferrari -. La pandemia andrà presto via, considerata anche la campagna vaccinale, ma nel frattempo bisogna avere ancora un po' di pazienza".
Anche il presidente Fontana ha sottolineato l'importanza della vaccinazione per fare in modo che l'eventuale ripresa dei contagi dovuta alla variante Delta – che come preannunciato dalla vice presidente Letizia Moratti in Lombardia diventerà prevalente nel giro di 4 settimane – determini anche un aumento delle ospedalizzazioni. Per questo motivo domani in Lomellina e nel Mantovano, due delle zone più "refrattarie" alla vaccinazione, partirà una campagna "porta a porta" per cercare di convincere i cittadini over 60 ancora non vaccinati.