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Focolaio in una Rsa a Como: 129 positivi tra anziani ospiti e personale, 17 morti

Focolaio di Coronavirus in una casa di riposo di Como, in località Rebbio: sono 129 i contagi tra anziani ospiti e personale e 17 i morti. Il virus sarebbe entrato nella struttura tra la fine dell’anno e l’Epifania. Il presidente della Fondazione: “Se ne è andata una parte della nostra famiglia”.
A cura di Francesco Loiacono
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(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

Un focolaio di Coronavirus si è verificato all'interno di una casa di riposo di Como, determinando oltre centinaia di contagi tra anziani ospiti e personale e purtroppo 17 decessi. La struttura in questione è la Ca'd'Industria, una residenza sanitaria assistenziale che si trova in via Varesina, località Rebbio. Era stato il presidente Gianmarco Beccalli, negli scorsi giorni, a parlare dell'improvvisa impennata di casi, verificatisi a quanto pare tra la fine dell'anno e l'Epifania. Il bilancio aggiornato dei casi è stato fornito dal quotidiano locale "La Provincia di Como": sono 83 gli ospiti positivi, mentre tra il personale i contagi sono al momento arrivati a 46. Diciassette, purtroppo, i decessi tra gli ospiti della casa di riposo.

Il presidente della Fondazione: Se ne è andata una parte della nostra famiglia

Il presidente della struttura, dove lo scorso 16 gennaio è iniziata la vaccinazione contro il Covid, ha rivolto su Facebook un pensiero a tutte le vittime: "Se ne è andata una parte della nostra famiglia. Chi lavora in una RSA sa, infatti, che tra ospiti ed operatori si crea, ogni volta, un legame particolare, che va oltre il semplice lavoro. C’è sempre un saluto, un abbraccio, una parola dolce, una carezza. Da entrambe le parti". Le numerose defezioni tra il personale, con infermieri e operatori socio sanitari costretti a stare a casa in quarantena, sta causando non pochi problemi a coloro rimasti nella casa di riposo: "È un momento molto difficile – ha scritto sul sito della Fondazione Ca' d'Industria (che gestisce altre due strutture) la dottoressa Marisa Bianchi – siamo stremati, distrutti fisicamente e psicologicamente, ma siamo una grande forza, dei guerrieri che, instancabili dopo 12 ore di lavoro, continuano a lottare per il bene degli anziani".

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