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Covid 19

Focolaio Covid a Mede, sospetto di varianti del virus: chiuse tutte le scuole fino a fine mese

Sono quaranta in quattro giorni i casi di contagio Covid registrati a Mede, piccolo comune del Pavese: l’impennata in breve tempo sarebbe dovuta a una variante del virus. Per questo il sindaco ha disposto la chiusura di tutte le scuole fino al 24 febbraio: “Solo così possiamo ridurre le occasioni di contatto”. Il primo cittadino ha poi invitato i suoi cittadini a restare il più possibile a casa.
A cura di Giorgia Venturini
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Picco di casi a Mede, un piccolo paesino nel Pavese. In soli quattro giorni sono stati registrati quaranta casi Covid e si teme che l'impennata dei nuovi positivi sia dovuta a una variante del Coronavirus. Così senza perdere tempo il sindaco del paese di poco più di 6mila e 600 abitanti ha firmato un'ordinanza che impone la chiusura di tutte le scuole fino al 24 febbraio. "Ci sono analisi in corso – fa sapere il primo cittadino Giorgio Guardamagna alla Provincia Pavese -, proprio per questo abbiamo deciso di ridurre al minimo le occasioni di contatto chiudendo le scuole del paese".

Il sindaco chiede ai cittadini di restare a casa

In tutto sono 257 i piccoli studenti delle scuole primarie che ritorneranno alle lezioni a distanza, 160 quelli delle medie che resteranno a casa anche oltre il ponte di Carnevale. Il sindaco però lancia un appello a tutti i cittadini chiedendo loro di restare il più possibile a casa anche nei giorni del ponte nonostante la Lombardia sia ancora in zona gialla e quindi è consentito lo spostamento all'interno della regione. Il trend positivo dei contagi degli ultimi giorni in Lombardia, soprattutto a causa delle varianti, può però rimettere in discussione il tutto: quella inglese in Lombardia rappresenta ora il 30 per cento dei nuovi casi e può arrivare all’80 per cento, ha avvertito Letizia Moratti. Anche i dati giornalieri di Ats Milano confermano segnali di ripresa del virus.

Focolaio di varianti Covid anche a Bollate e a Arcene

La decisione del sindaco di Mede di chiudere tutti gli istituti scolastici arriva qualche giorno dopo l'ordinanza firmata dal primo cittadino di Arcene, paese nelle Bergamasca, Roberto Ravanelli precisando lo scorso 12 febbraio che "la metà dei positivi del nostro territorio è costituita da studenti delle nostre scuole, l’altra metà è composta da genitori e nonni che rischiano la vita. Non voglio spaventare nessuno, ma neanche nascondere i rischi a cui siamo esposti". Qui si era deciso, sempre a causa di un focolaio Covid provocato da una delle varianti, di chiudere le medie e le due classi quinte. A preoccupare esperti e istituzioni è anche il caso di Bollate, alle porte di Milano, dove solo quattro giorni fa si erano registrati a scuola 59 casi di cui tre accertati di variante inglese.

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