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Focolai di varianti Covid e curve in risalita: perché la zona gialla è a rischio in Lombardia

Il trend positivo che ha portato la Lombardia in zona gialla, grazie a una contrazione della pandemia e al calo dei contagi Covid, è messo a rischio dalla diffusione delle varianti. Quella inglese in Lombardia rappresenta ora il 30 per cento dei nuovi casi e può arrivare all’80 per cento, ha avvertito Letizia Moratti. Anche i dati giornalieri di Ats Milano confermano segnali di ripresa del virus. Ecco perché bisogna stare molto attenti per non perdere la zona gialla.
A cura di Simone Gorla
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Chi sperava che l'epidemia Covid in Lombardia fosse destinata a continuare a contrarsi, rischia di restare deluso. "Colpa" delle varianti che nelle ultime settimane si sono diffuse a velocità sempre maggiore, creando focolai come quelli di Corzano nel Bresciano e Bollate nel Milanese. E mettendo a rischio la zona gialla ottenuta grazie al progressivo miglioramento osservato Natale in poi.

A dare un segnale di allarme ci ha pensato anche la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, che nel giorno dell'annuncio della conferma della zona gialla per un'altra settimana ha invitato tutti alla prudenza. Moratti ha spiegato che le varianti Covid, soprattutto quella inglese, sono in rapida diffusione. Al momento si stima che rappresentino il 30 per cento dei nuovi casi totali. Ma la previsione della stessa vicepresidente è che possano arrivare all'80 per cento. In qualche settimana, secondo gli esperti, arriveranno insomma a soppiantare la "variante di Wuhan".

Questo è un problema perché la variante inglese è ritenuta più contagiosa. Anche se non è provata una maggiore pericolosità per sintomi provocati, anzi pare sia il contrario, una accelerazione delle diffusione della nuova variante, con la campagna vaccinale ferma al palo o quasi, rischia di esplodere la temuta terza ondata (o riaccendere la seconda, che non è in realtà mai finita).

Alcuni segnali che l'epidemia stia uscendo da una fase di contrazione per tornare in espansione sono già visibili nei report giornalieri. Guardando ai dati diffusi da Ats Città Metropolitana Milano, per esempio si nota che l'indice Rt per data di tampone (sia quello calcolato in media su 7 giorni sia quello su 14 giorni) è tornato a risalire dall'ultimo rilevamento e si attesta rispettivamente a 1.03 e 0.96.

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Anche la curva della mortalità giornaliera ha smesso di calare e dall'inizio del mese di febbraio è tornata a risalire. Si tratta di segnali di ripresa ancora allo stato embrionale, che per il momento non sono accompagnati da un peggioramento della situazione negli ospedali (stando all'ultimo bollettino sono 3.574 i ricoverati, in calo di 9 unità, e 365 le persone in terapia intensiva, in aumento di 6). Ma questo cambio di direzione delle curve, unito alle notizie di focolai locali di variante inglese, preoccupano le autorità. Il timore di tutti è che la zona gialla, che ha portato respiro alle attività economiche lombarde, possa essere bruscamente interrotta. Un eventualità da scongiurare con prudenza e massima attenzione.

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