Focolai di varianti Covid: da oggi torna la zona rossa in quattro comuni lombardi
In Lombardia tornano le zone rosse. A pochi giorni dall'anniversario del primo caso di Codogno, quattro comuni vengono chiusi per contenere i focolai di varianti Covid. Da oggi, mercoledì 17 febbraio, i cittadini di Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese) tornano in zona rossa.
Zona rossa a Bollate, Castezzato, Mede e Viggiù
L'ordinanza firmata martedì sera dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, fa scattare le limitazioni dalle ore 18.00 del 17 febbraio e sino al 24 febbraio, "con eventuale proroga sulla base dell’evoluzione del contesto epidemiologico".
Le misure sono quelle già previste dalle zone rosse delle scorse settimane: chiusi ristoranti, negozi e attività commerciali (tranne quelle essenziali come alimentari, farmacie, tabaccai), vietati gli spostamenti anche all'interno del comune salvo per comprovate ragioni di lavoro, salute, necessità e urgenza.
Stop alle lezioni anche nelle scuole primarie e dell'infanzia
In aggiunta si fermano anche le attività scolastiche e didattiche delle classi delle scuole primarie, secondarie di primo grado e delle scuole superiori nel territorio dei comuni interessati. Le lezioni si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Sono sospesi anche i servizi educativi pubblici e privati per l’infanzia nonché le scuole dell’infanzia, statali e paritarie.
Anche le attività di laboratorio sono sospese, mentre "resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali".
La situazione epidemiologica in Lombardia
Continua dunque a preoccupare la diffusione delle varianti Covid in Lombardia. Non è escluso che dopo le quattro zone rosse locali possa intervenire anche un cambio di colore per l'intero territorio regionale (da giallo ad arancione). Nell’ultima settimana i contagi sono aumentati del 20 per cento e non è chiaro quanto siano realmente diffusi i ceppi inglese, brasiliano e sudafricano. Solo sette ospedali lombardi effettuano i campionamenti: una procedura lunga (ci vogliono alcuni giorni per le opportune verifiche e conferme) e che richiede laboratori specializzati.