Flop dei gilet arancioni a Milano: in poche decine con l’ex generale Pappalardo (senza mascherina)
Update: articolo aggiornato il 18/02/2021
Doveva essere "la grande mobilitazione nazionale, nessuno escluso". Ma alla fine in piazza Duomo a Milano soltanto una decina di persone ha preso parte oggi alla manifestazione organizzata dal "movimento gilet arancioni" della Lombardia. Non è bastata la partecipazione dell'ex generale dei carabinieri in congedo Antonio Pappalardo per smuovere le masse ed evitare il flop. E di sicuro non ha aiutato nemmeno il freddo che ha colpito oggi il capoluogo lombardo. Una quarantina, in totale, i manifestanti col gilet arancione che si sono radunati – qualcuno senza mascherina – di fronte alla Cattedrale milanese per assistere ai discorsi di Pappalardo e degli altri componenti che erano segnati sul "panel" della manifestazione: il presidente di "Alleanza nazionalista" Luca Cioffo – che in realtà non si è presentato e ha diffidato dall'utilizzo del suo nome, in disaccordo con il mancato rispetto delle normative Covid -, il "patriarca dell'Antica chiesa di Gesù" Salwowski Miroslaw Pawel, il presidente del "Movimento uniti si vince" Alberto Muti Gazzola e Alicia Erazo, "commissario internazionale dei diritti umani" di un'organizzazione non governativa ecuadoriana, la Cidhu.
L'ex generale Pappalardo senza mascherina: Sono pericolose
Pappalardo, rigorosamente senza mascherina – "sono pericolose", ha detto, nonostante sia già stato multato in passato per questo – ha arringato la folla ribadendo le sue idee: "Riteniamo che i lockdown siano inutili e irragionevoli", ha detto, pur non definendosi un "negazionista" del Covid. L'ex generale ha espresso anche un giudizio sul neo presidente del Consiglio Mario Draghi, che proprio oggi ha giurato assieme al nuovo governo: "È competente e non potrà sbagliare, non potrà dire come Di Maio ‘non sapevo niente'. Se sbaglia gli punteremo il dito contro. I gilet arancioni oggi sono l'unico movimento davvero all'opposizione". Siparietto durante la manifestazione: a un certo punto è passato un ragazzo che ha contestato i "gilet arancioni". Invitato a salire sul palco, ha detto loro: "Dovete studiare".
A maggio dello scorso anno in centinaia avevano invaso piazza Duomo
Sembrano molto lontani i fasti del maggio dello scorso anno, quando la stessa piazza Duomo a Milano aveva visto la presenza di centinaia di persone che, indossando i loro gilet arancioni, avevano sfidato la pandemia e le restrizioni e per questo erano state anche identificate e sanzionate, anche perché in tanti non indossavano le mascherine. Una denuncia era toccata anche allo stesso Pappalardo (che oggi non sfoggiava la vistosa giacca arancione dello scorso anno, ma un più sobrio cappotto color cammello), colui che nel 2019 ha fondato questo movimento politico che ha mutuato il nome dai gilet gialli francesi e si batte per il ritorno alla "lira italica" sotto il generico motto della "sovranità che appartiene al popolo". Un popolo che oggi, a Milano, non si è però visto: diversi, al contempo, i turisti che si sono radunati attorno al gruppetto di gilet arancioni, felici di poter immortalare con i loro smartphone anche qualcosa di diverso dalla splendida facciata del Duomo.
(Ha collaborato Simone Giancristofaro)