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Flash mob sotto al palazzo di Regione Lombardia per celebrare “il funerale della sanità pubblica”

Per le associazioni presenti oggi se “la riforma della sanità dovesse passare, sarebbe la morte del sistema sanitario pubblico”.
A cura di Ilaria Quattrone
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È stato organizzato nella giornata di oggi, sabato 20 novembre, un flash mob sotto il palazzo di Regione Lombardia. In una nota stampa si legge che: "La pseudo riforma Moratti-Fontana non deve passare perché sarebbe la morte del sistema sanitario pubblico". Quello andato in scena oggi è solo un'anticipazione della manifestazione regionale che si terrà il 29 novembre. Proprio ai piedi del Pirellone è stato posto una bara di legno e un necrologio: "Dopo lunga agonia – si legge – e per mano consapevole è venuto a mancare il sistema sanitario pubblico lombardo".

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Caldiroli: Se riforma approvata, sanità pubblica affossata ancora di più

Tra le associazioni che hanno aderito c'è anche Medicina Democratica: "Se la riforma Moratti verrà approvata – spiega il presidente Marco Caldiroli – la sanità pubblica verrà affossata ancora di più". Secondo l'associazione, in questo modo le risorse previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza saranno riciclate verso il profitto "anziché a sostegno della salute pubblica". La dimostrazione del depotenziamento della sanità pubblica è stata data in questi quasi due anni: "Ha avuto effetti devastanti – prosegue Caldiroli – che le nostre comunità hanno pagato duramente con gli oltre 35mila morti di Covid".

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Dello stesso avviso il responsabile scientifico dell'Osservatorio Coronavirus, Vittorio Agnoletto che sostiene come la riforma potrebbe portare verso un modello americano dove "i ricchi potranno curarsi ricorrendo a pagamento alla sanità privata mentre tutti gli altri dovranno arrangiarsi, aspettare mesi e mesi per avere una visita o un esame diagnostico". Nella giornata di oggi è intervenuto anche Angelo Barbato del Forum Nazionale per il Diritto alla Salute che ha spiegato come nei territori stia crescendo il malumore tra gli amministratori "a cui è stato sottratto il potere di intervenire sulla realizzazione delle Case della Comunità e dei servizi territoriali".

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