Flash mob al consolato americano per difendere l’aborto: “A rischio anche in Italia”
Decine di grucce lanciate verso il consolato degli Stati Uniti d'America, a Milano, per protestare contro la decisione della Corte suprema americana che ha tolto il diritto all'aborto dalla Costituzione.
La protesta al consolato americano
Il ribaltamento della sentenza Roe vs Wade, precedente storico che inseriva l'aborto tra i diritti fondamentali in America, ha scatenato le proteste delle attiviste e attiviste oltreoceano, e con manifestazioni di solidarietà anche in altri Paesi, compresa l'Italia.
A Milano, le attiviste di "Non una di meno" si sono ritrovate in via Principe Amedeo in solidarietà con le donne statunitensi e hanno lanciato le grucce verso il cortile del consolato, simbolo degli aborti clandestini quando non c'erano leggi a tutela del diritto all'aborto.
Le testimonianze delle attiviste
"Scendiamo in piazza perché come è successo negli Stati Uniti può succedere anche in altre parti del mondo" ci ha raccontato una cittadina americana. Per una rappresentante di Non una di meno "è un precedente sconvolgente, avrà delle ricadute pesante, ma noi non ci sentiamo bene ogni giorno, in Italia di fatto l'interruzione volontaria di gravidanza è spesso ostacolata, c'è il 70 per cento di obiettori di coscienza".
Le donne presenti, con un benda sugli occhi, sono state un minuto in silenzio, puntando il dito contro il consolato americano, interrotto poi da un urlo liberatorio, accompagnato da rulli di tamburo e da cori come "We won't go back".
Tanti i cartelli, da "My body my choice" (il mio corpo mia scelta) a "se gli aborti non sono sicuri, nemmeno tu lo sei": "Le grucce non sono uno strumento di rivendicazioni, negli Stati Uniti non si sta bannando il diritto l'aborto, si sta bannando il diritto a un'interruzione volontaria di gravidanza sicura e questo è il simbolo di un ritorno alla clandestinità, per cui noi rispediamo questo simbolo al mittente", spiega a Fanpage una portavoce di "Non una di meno".
Il diritto all'aborto "non è mai sicuro, non è mai scritto nella pietra e quindi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per essere sicure che anche le nostre figlie abbiano questo diritto" ci ha detto un'altra manifestante. Al termine del flash mob le attiviste e gli attivisti hanno svolto un'assemblea pubblica nei giardini pubblici di Porta Venezia.