Finti “guaritori” convincono i genitori di un bimbo malato di tumore a interrompere le cure: chiesto il processo

La Procura di Brescia ha chiesto il giudizio immediato per i tre "guaritori" accusati, a vario titolo, di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di professione, truffa e lesioni personali. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Breno, avrebbero convinto i genitori di un bambino di 2 anni malato di tumore ad abbandonare le cure tradizionali per un periodo per affidarsi alla loro "terapia" alternativa attraverso un macchinario non inserito nella Banca dati nazionale del ministero della Salute. Quando la coppia ha contestato i risultati della "cura" e chiesto indietro il denaro che avevano versato, sarebbero stati minacciati di denuncia dai tre. Nei prossimi giorni, il giudice fisserà la data per l'inizio del processo.
La "terapia" proposta dai tre "guaritori" per curare il tumore
Le indagini erano iniziate nella primavera del 2023, in seguito alla denuncia del padre del bambino in cui raccontava di una donna di 41 anni che lo avrebbe spinto a interrompere le cure tradizionali per abbracciare "una fantomatica terapia effettuata a distanza mediante l'utilizzo di un macchinario Scio ubicato negli Usa". Come riportato nell'ordinanza cautelare della gip Federica Brugnara, sarebbero stati loro a contattare i "guaritori" nel maggio del 2023 quando le terapie tradizionali non sembravano dare i risultati sperati.
I tre, una 41enne di Bologna, un 47enne di Cento (Ferrara) e una 39enne di Teramo, avrebbero assicurato alla coppia che il tumore non sarebbe cresciuto e che, con il "trattamento Scio, semmai si blocca" aggiungendo di aver "già guarito e risolto problemi di salute" come quelli del bambino di 2 anni, "e anche peggiori".
La tentata estorsione e l'arresto
Come riportato da BresciaOggi, in tutto il piccolo avrebbe fatto tre sedute (da casa con il macchinario, dicevano i tre, "in Messico") tra l'estate del 2023 e quella del 2024. I presunti miglioramenti che i tre assicuravano si sarebbero esauriti in poco tempo, così i genitori del bambini avrebbero chiesto indietro il denaro che avevano già versato per i successivi trattamenti.
La coppia aveva raccontato la storia del bambino anche a Striscia La Notizia, su Canale 5. Tuttavia, una volta andato in onda il servizio i tre avrebbero chiamato i genitori del piccolo minacciando che li avrebbero denunciati e avrebbero diffuso notizie false nei loro confronti se non gli avessero consegnato 10mila euro e ritrattato quanto detto in tv. I tre si trovano agli arresti domiciliari dallo scorso settembre e per loro dovrebbe aprirsi presto il processo.