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Filmano i festini con i clienti e poi li ricattano, coppia condannata per estorsione

Adescavano i clienti su un sito per escort. Poi filmavano tutto e ricattavano i clienti di pubblicare i video sui social. La coppia è stata condannata per estorsione, sfruttamento della prostituzione e spaccio.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Una donna di 43 anni è stata condannata dal Tribunale di Monza a 6 anni e 7 mesi di reclusione. Insieme al suo compagno, un uomo di 36 anni già condannato con il rito abbreviato a 6 anni di carcere, organizzava festini a luci rosse e ricattava i clienti minacciando di postare sui social i filmati delle serate che girava di nascosto.

L'arresto della coppia

La coppia, che viveva a Lissone, era stata arrestata nel 2017 per tentata estorsione dopo la denuncia di un 35enne di Macherio. Nonostante le minacce ricevute, infatti, aveva deciso di chiamare i carabinieri. Molte altre vittime, identificate dall'analisi del cellulare della 43enne romena, si sono presentate al dibattimento per raccontare quello che gli era successo.

Altri, invece, nonostante la convocazione da parte della Procura a testimoniare, non si erano presentati. Per questo motivo, i giudici hanno dovuto farli accompagnare in aula dai carabinieri.

I festini e le minacce

I racconti erano più o meno tutti identici. Gli uomini venivano adescati su internet, su un sito di escort dove c'era la foto della 43enne da giovane. Lei organizzava festini che costavano dai 150 euro all'ora ai 2mila euro per una notte sola se decideva di chiamare altre escort e fare scorta di alcol e droghe.

Con i filmati che girava li minacciava nel caso non volessero consumare il rapporto sessuale con lei e, sottraendogli bancomat e carte di credito, prelevava denaro e faceva acquisti online con la vittima all'oscuro di tutto. La donna si è difesa sostenendo di essere a sua volta vittima del compagno.

Tuttavia, è stata ritenuta colpevole di concorso in estorsione, consumata e tentata, sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La pubblica accusa aveva chiesto 9 anni e mezzo di reclusione, ma i giudici le hanno riconosciuto le attenuanti generiche che hanno ridotto la condanna a 6 anni e 7 mesi di carcere.

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