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Filma la figlia di 9 anni della compagna sotto la doccia, 23enne condannato per pedopornografia

Un 23enne è stato condannato a 5 anni di reclusione per detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Nel suo telefono, la guardia di finanza ha trovato 2mila video di bambine tra i 7 e i 10 anni. Tra questi, anche due girati da lui stesso alla figlia di 9 anni della compagna. Per la difesa, si è trattato di “approvvigionamento automatico da Telegram”.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La guardia di finanza stava eseguendo una perquisizione nell'ambito di un'indagine su un presunto giro di false fatture. Quando hanno avuto tra le mani il computer e il cellulare del 23enne, ciò che trovarono furono migliaia di video di natura pedopornografica che avevano come soggetti bambine tra i 7 e i 10 anni. Tra questi, due li aveva girati lui stesso alla figlia di 9 anni della sua compagna mentre faceva la doccia. Il giovane, un operaio residente a Brescia, è stato condannato con rito abbreviato a cinque anni di reclusione per detenzione e produzione di materiale pedopornografico.

I video della bambina di 9 anni

Come si legge nei documenti sanitari depositati agli atti, il 23enne sta già seguendo un "percorso di recupero". Venne arrestato nel novembre del 2021, quando i militari delle fiamme gialle trovarono migliaia di file compromettenti in particolare nel suo cellulare. Circa 2mila erano di natura pedopornografica.

Il primo video della bambina di 9 anni, figlia della compagna russa con la quale ha un bimbo di due anni, risaliva a gennaio 2021. Questo venne subito cancellato, ma ne girò un altro nel settembre dello stesso anno. Il pm aveva chiesto per il 23enne una condanna a sei anni e otto mesi di reclusione, ma come evidenziato anche dalla consulenza informatica, quei filmati non vennero mai diffusi. Per questo motivo, il 23enne è stato assolto dall'accusa di averli pubblicati nel dark web, dove si era registrato con un account.

La difesa del 23enne

In aula, in sua difesa, il giovane ha detto che non si trattava altro che di "una sciocchezza", un tentativo per verificare le condizioni di igiene personale della piccola, anche se la madre non ne sapeva nulla. "Per vederli tutti, anche solo per tre secondi, ci sarebbero volute oltre 250 ore", ha aggiunto l'avvocato difensore Giuseppe Pesce. Il legale del 23enne ha provato a spiegare che quei video erano frutto di "approvvigionamento automatico, non per questo inconsapevole, su Telegram, solo aprendo un link e quindi scaricando migliaia di file".

L'avvocato Pesce ha provato a mettere in dubbio anche la natura pedopornografica dei due video girati alla bambina di 9 anni, sottolineando come l'imputato fosse "in pigiama, sveglio da poco, un dato che stride con la presunta vocazione dello stesso filmato".

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