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Figlia ridotta in schiavitù e violentata in gruppo per 15 anni: genitori affidatari a processo

Il 26 settembre si terrà l’udienza preliminare per i due genitori affidatari accusati di aver ridotto in schiavitù la loro figlia. La donna aveva raccontato di essere stata costretta a vivere in una botola e aver subito violenze sessuali di gruppo durante messe nere.
A cura di Fabio Pellaco
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Una ragazza appena maggiorenne avrebbe iniziato a subire stupri di gruppo da parte di una setta satanica e a vivere rinchiusa in una botola nella casa dei genitori affidatari, una tortura durata per 15 anni. Adesso i suoi aguzzini compariranno davanti al Tribunale di Milano per rispondere, tra le numerose accuse, di riduzione in schiavitù.

Torturata dai genitori affidatari

La vicenda è emersa nell'ottobre 2022 quando il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Stefano Ammendola, ha trovato dei riscontri al terribile racconto delle violenze subite dalla donna, oggi 41enne. Per anni aveva tentato di denunciare le angherie subite, ma la maggior parte delle denunce presentate erano cadute nel vuoto, perché considerate non attendibili.

A ridurla in schiavitù sarebbero stati i genitori affidatari che l'avevano accolta nella loro casa, 24 anni fa, quando era ancora ragazza. Una volta compiuta la maggiore età sarebbero iniziate le violenze. La donna ha raccontato di essere stata stuprata da gruppi di uomini durante messe nere e di essere rimasta incinta proprio dell'uomo che l'aveva in affido. La nascita del bambino non era però stata sufficiente a mettere fine agli abusi.

Le denunce a Siena mai considerate

Il Tribunale di Milano ha fissato l'udienza preliminare per i due imputati che si terrà il 26 settembre. Sul caso si è espressa anche Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della commissione d'inchiesta sul femminicidio, che ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Nel testo si fa riferimento alle denunce presentate dalla donna a Siena, dove si era trasferita una volta fuggita alle violenze, ma mai prese in considerazione. "Nonostante le gravissime accuse, violenza sessuale da parte del padre adottivo, torture", scrive Ascari, non sarebbe partita alcuna indagine. Anche il legale della 41enne, Massimo Rossi, ha richiesto "un'immediata ispezione sui fascicoli" che riguardano la sua assistita.

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