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Figli omogenitoriali a Milano, FdI si rivolge al prefetto: “Fuori dalla legge, stop al riconoscimento”

Lo aveva annunciato il sindaco Beppe Sala in occasione del Milano Pride 2022: “Abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli omogenitoriali”. Non ci stanno i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia. “Scelta arbitraria”
A cura di Francesca Del Boca
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L'aveva annunciato Beppe Sala in occasione del Milano Pride del 2 luglio: "A Milano abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati nel nostro Paese da famiglie omogenitoriali". Non ci sta Fratelli d'Italia, che si rivolge persino al prefetto. "Abbiamo scritto al prefetto Saccone perché blocchi la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali", dichiarano i consiglieri comunali FdI, sul piede di guerra. Con progetti ancora più ambiziosi, su verso i piani alti del Governo nazionale. "Presenteremo un’interrogazione al ministro dell’Interno Lamorgese perché la situazione non degeneri".

Il motivo? "Quella di Sala è una scelta unilaterale, arbitraria e fuori dalla legge. C’è la legge 40 del 2004 che vieta in Italia la pratica dell’utero in affitto".

La risposta di Palazzo Marino

Intanto Palazzo Marino tira dritto, senza guardare indietro. Come dichiara l'assessora ai Servizi civici di Palazzo Marino, Gaia Romani, al Corriere della Sera: "Il Comune di Milano andrà assolutamente avanti. Un’altra bambina, figlia di due mamme, che nascerà in Italia, verrà registrata ad agosto". E lancia una stilettata ai colleghi. "Fratelli d’Italia, invece che porre in modo serio e non ideologico il tema dei diritti, passa la palla al prefetto. Dovrebbe spronare i suoi colleghi a discutere seriamente di questo in Parlamento".

Beppe Sala al Pride Milano 2022

Sul palco della manifestazione milanese, Beppe Sala aveva difeso con orgoglio il proprio provvedimento.  "Da ieri abbiamo riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. Con grande gioia ho firmato il provvedimento ieri nel mio ufficio", aveva annunciato davanti a una platea di 300mila persone. Subito dopo, aveva attaccato il governatore lombardo Attilio Fontana per la scelta di non concedere il patrocinio: "Ha sbagliato la Regione, non c'è ragione e vorrei dirlo al mio collega, Da Fontana ci dividono tante cose, su altre troviamo la formula per lavorare insieme, ma non deve essere un modo di dire. Il sindaco è il sindaco di tutti e probabilmente anche il governatore deve esserlo di tutti".

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