video suggerito
video suggerito

Festa in piscina per donne musulmane, il sindaco di Limbiate: “In un posto privato ognuno fa quello che vuole”

Un party in piscina per sole donne in un parco acquatico di Limbiate, rivolto in primis a quelle di fede musulmana, diventa un caso nazionale dopo alcune dichiarazioni della Lega. “Ma in una struttura privata ognuno organizza quello che vuole”, è il parere di Antonio Romeo, sindaco di Limbiate eletto con il centrodestra.
A cura di Francesca Del Boca
54 CONDIVISIONI
Il parco acquatico di Limbiate (Monza e Brianza)
Il parco acquatico di Limbiate (Monza e Brianza)

Una festa in piscina per sole donne, rivolta innanzitutto a quelle di fede musulmana e prevista per questo sabato in un parco acquatico di Limbiate. Più un polverone di polemiche che dalla Brianza investe la politica di tutta Italia, Lega in testa. "È contro i nostri ideali", ha tuonato infatti Matteo Salvini. "Impedirla è una battaglia di civiltà e di buonsenso".

"Ma in una struttura privata ognuno organizza quello che vuole", è il parere di Antonio Romeo, primo cittadino di Limbiate eletto con il centrodestra. Che a Fanpage.it riferisce di non badare alle contestazioni sull'opportunità o meno di un'iniziativa del genere. "Io non mi metto a sindacare, e non mi interessa. Da sindaco, penso questo".

La polemica dell'eurodeputata leghista:"Segregazione femminile"

Il caso, del resto, ha fatto il giro della nazione dopo il video girato dall'eurodeputata del Carroccio Isabella Tovaglieri, che definisce l'iniziativa prevista nel parco acquatico brianzolo "agghiacciante" e mette in guardia dai pericoli di una "progressiva islamizzazione dell'Europa".

E ancora. "Una festa all'insegna della segregazione femminile. A lasciare sgomenti poi è anche l'ingresso previsto per le bambine, un modo per indottrinarle prematuramente e subdolamente alla segregazione e alla sottomissione". In poche parole, per la deputata di Bruxelles si tratterebbe di "una festa contro i diritti delle donne conquistati faticosamente in Occidente, e piegati qui a usi e costumi che ci vorrebbero relegate al pari di oggetti e di animali".

I gestori dell'impianto hanno annullato l'iniziativa

Per un giorno, in Italia, quasi non si parla d'altro. Al punto che i gestori dell'impianto di Limbiate decidono di tirarsi indietro, dissociandosi pubblicamente dall'evento. "L'idea era nata dal semplice fatto di affittare la nostra location (che è aperta a tutti) ad un privato, che può essere chiunque, italiano, straniero o di qualsiasi etnia e religione, che avrebbe poi invitato ospiti a sua scelta, in questo caso donne della medesima religione per trascorrere una giornata esclusiva", il loro chiarimento attraverso un comunicato.

"Non immaginavamo assolutamente tutte queste restrizioni che non sono in accordo con i nostri ideali". Ovvero il divieto da regolamento di fare foto e video, l'assenza di telecamere di sorveglianza, il personale tutto al femminile. "Siamo persone che in primis tengono alla tutela e all'emancipazione delle donne, se avessimo saputo prima alcuni dettagli avremmo rifiutato subito la proposta in questione". Ma gli organizzatori del pool party "muslim friendly" (che nelle intenzioni è "aperto a donne di tutte le etnie e religioni") non si arrendono. "La festa senza uomini che fa paura alla Lega si farà lo stesso. In shaa Allah". Resta solo da scoprire dove.

54 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views