Fermi da mesi i lavori alle torri Aler di Milano, gli inquilini: “Struttura pericolosa e violenze in aumento”
Le torri delle case popolari dell'Azienda lombarda per l'Edilizia residenziale (Aler), nel quartiere Gratosoglio, a Milano, sono ormai fatiscenti e mettono sempre più in pericolo chi le abita. La ristrutturazione, iniziata nel 2020, ad aprile di quest'anno ha subito l'ultima delle interruzioni. Lo stato di abbandono del complesso ha aumentato i fattori di rischio per le famiglie, con sparatorie, furti in casa e scontri fra bande che si sono moltiplicati. Più volte i residenti hanno chiesto l'intervento urgente di Regione Lombardia, Comune e Prefettura, ma i lavori non riprendono. Ogni torre ha 16 piani e ospita decine di famiglie e anziani, anche con problemi motori.
La riqualificazione mai avvenuta
La ristrutturazione era iniziata nel 2020 ma per problemi con gli appalti si era fermata. L'ultima interruzione risale ad aprile. I cantieri sono stati sospesi però senza che i problemi fossero sanati. Lo stabile adesso ha impalcature abbandonate, ascensori inagibili, finestre con vetri rotti, ed è sempre più facile accedere alle case anche in maniera abusiva.
L'interruzione dei lavori ha aggravato una situazione preesistente già difficile, dovuta anche ai frequenti episodi di violenza che si verificano nel quartiere. Gli inquilini di via Saponaro 36 hanno più volte segnalato scarsa manutenzione, ma ora una delle torri, in particolare, è un fantasma di impalcature vuote e finestre rotte, provocando continue irruzioni di malviventi che sfondano le porte e quel che rimane delle vetrate e rubano nelle case delle persone.
"La miseria e il degrado – hanno dichiarato i cittadini – portano gli abitanti della torre ad assistere impotenti ad atti di violenza continui". Da quanto raccontano, il pericolo si avverte soprattutto la sera, dalle 20 in poi, quando chi vive in questi spazi denuncia di assistere ad atti vandalici, incendi dolosi, bottiglie rotte e a un via vai di "ubriachi, sbandati e clochard che dormono sulle panchine, nelle scale e negli anfratti del palazzo o sotto i box".
Nonostante le segnalazioni, le istituzioni non hanno finora dato risposte concrete. "Abbiamo inoltrato ripetute segnalazioni sia ad Aler Milano che alla questura, nonché all'assessore alla sicurezza di Milano – scrivono in una lettera – riguardo all'incuria e all'abbandono di questa struttura e di altre simili".
Oggi della ristrutturazione nelle torri Aler resta traccia solo nelle impalcature in disuso e nella massa di materiali per l'edilizia abbandonati nel cantiere e sparsi nel complesso residenziale.
I rischi per la salute
Ai problemi di sicurezza, negli ultimi tempi si sono aggiunti pericoli per la salute. Già prima che Milano fosse investita da piogge estreme, a luglio e a fine agosto, gli abitanti avevano scritto alle autorità perché intervenissero. Dopo i nubifragi estivi, le segnalazioni non parlavano di piccoli allagamenti, ma di interi pezzi di cornicione spazzati via e di pioggia che inondava i corridoi dei piani.
"L'acqua piovuta – hanno scritto gli inquilini – ha allagato tutti e 16 i piani a causa della mancanza di manutenzione dall'ormai lontano 1972. Questa situazione rappresenta una minaccia costante per la nostra sicurezza e salute, e potrebbe addirittura portare a incidenti gravi o fatali".
Anche laddove l'edificio è chiuso, la manutenzione non è più adeguata. Secondo quanto lamentano gli abitanti "tutte le finestre all'interno dei corridoi di tutti i 16 piani, realizzate in vetroresina, presentano gravi problemi di infiltrazioni d'acqua da tutte le parti, causando ulteriori danni e disagi."
La risposta della politica
A manifestare il dissenso con messaggi alla politica, lettere e video sono principalmente famiglie e anziani, costretti a convivere nel terrore che qualcuno gli entri in casa, di farsi male o di non riuscire più a scendere 16 piani a piedi perché l'ascensore non funziona.
"Chiediamo con forza e urgenza un intervento immediato e risolutivo da parte vostra, in ottemperanza a queste leggi che tutelano gli inquilini e la sicurezza degli edifici. Ribadiamo che noi, inquilini di via Michele Saponaro 36, abbiamo diritto a condizioni di vita dignitose e sicure", si legge nell'ultima lettera inviata alle istituzioni.
Quasi muta la reazione della politica. "Diverse volte, anche nella scorsa legislatura, abbiamo affrontato il tema relativo all’intervento in via Saponaro consigliando a Regione Lombardia di non iniziare contemporaneamente i lavori sulle due torri, ma di lavorare prima su di una torre e poi sull’altra. Se solo avessero ascoltato oggi avremmo almeno una torre riqualificata", dichiara il consigliere regionale Nicola Di Marco del Movimento cinque stelle.
Dal 2019, con il suo partito gestisce Aler-tiamo, un'iniziativa che riguarda tutti gli stabili Aler e che raccoglie tutte le segnalazioni sulle problematiche. Per Di Marco, quelle denunciate in via Saponaro 36 sono "vere e proprie urgenze, alle quali Regione Lombardia non è in grado di dare risposta".