Femminicidio Sharon Verzeni, si indaga sul movente: si scava anche nella cerchia degli amici
Il femminicidio di Sharon Verzeni resta un mistero. Gli inquirenti non sono ancora riusciti ancora a trovare l'assassino. La 33enne, originaria di Bottanuco (Bergamo), viveva a Terno d'Isola con il compagno. E proprio in quel piccolo paese, la sera del 30 luglio, è stata accoltellata mentre camminava in via Castegnate poco dopo la mezzanotte. Il killer potrebbe averla colta di sorpresa colpendola alle spalle e ferendola alla schiena. La donna si sarebbe quindi voltata verso il malvivente, che le avrebbe sferrato dei fendenti al torace e all'addome. Verzeni, che lavorava in un bar a Brembate, sarebbe solo riuscita ad aggrapparsi a una ringhiera e a chiamare al 112 affermando di essere stata ferita.
Sono stati poi due passanti e un residente a sentire le urla, avvicinarsi e telefonare nuovamente i soccorsi dando indicazioni precise su dove trovarla. Nonostante la corsa all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la 33enne è morta: troppo profondi le lesioni. Nella giornata di oggi, giovedì 1 agosto, si svolgerà l'autopsia che permetterà di capire quale sia stata la ferita fatale e soprattutto il numero delle coltellate inferte.
Nel frattempo i carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo e i colleghi della compagnia di Zogno – coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio – stanno cercando di risalire al volto del responsabile. L'analisi dei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza del Comune non ha fornito alcun elemento.
I dispositivi infatti non avrebbero coperto la zona dell'aggressione. Gli inquirenti hanno quindi acquisito i video girati dalle telecamere di abitazioni private: al momento le telecamere dei vicini hanno ripreso la donna mentre usciva di casa verso mezzanotte. Dopo di lei non è più uscito nessuno: un elemento che quindi escluderebbe il compagno, che infatti ha raccontato agli investigatori di essere rimasto a casa a dormire. Nel frattempo è stato sequestrato il cellulare di Verzeni nella speranza di trovare telefonate o messaggi significativi e che possano anche fornire un movente.
È plausibile che l'assassino conoscesse le abitudini della vittima: la donna, infatti, da diverso tempo effettuava alcune passeggiate notturne. Sul corpo di Sharon sono stati trovati solo il cellulare e le chiavi di casa. Non è stato trovato il portafogli: questo potrebbe quindi far accantonare l'idea di una rapina finita male. È stata posta sotto sequestro anche l'abitazione e l'automobile della coppia. Oltre che l'assassino, gli inquirenti cercano anche l'arma del delitto: il coltello infatti non è stato trovato. Anche per questo motivo era stata sospesa la raccolta dei rifiuti in paese, ma dopo aver passato al setaccio tutti i cestini e la piattaforma ecologica, è stata ordinata la ripresa dell'attività.
Proseguono inoltre gli interrogatori. Sono stati ascoltati il compagno, i genitori e il fratello e la sorella di Verzeni, tutti gli amici e i colleghi del lavoro. La 33enne aveva lavorato per un periodo in un centro estetico e poi successivamente in un bar pasticceria. Alcuni hanno raccontato che diverso tempo fa si era avvicinata all'associazione religiosa di Scientology.