Femminicidio a San Giuliano, il video dell’omicida che si allontana dopo aver ucciso Luljeta Heshta
Si allontana a passo lento, senza correre. Eppure poco prima ha ucciso con cinque coltellate la 47enne albanese Luljeta Heshta domenica 7 febbraio a San Giuliano Milanese alle porte di Milano, all'altezza tra il distributore Total Erg e la rotatoria di viale Repubblica dove la donna si prostituiva. Così il presunto omicida, vestito di scuro, è stato immortalato in un video girato da alcuni passanti che hanno assistito all'aggressione: è ora l'unico indagato per omicidio. E proprio, secondo quanto riferito dalla Procura di Lodi durante un punto stampa ieri lunedì 8 febbraio, i dettagli ripresi e forniti dagli altri automobilisti che si sono fermati per prestare la prima assistenza alla donna sono stati indispensabili per individuare e risalire al primo indagato.
Fermato il compagno: non ha confessato
Dodici ore dopo l'omicidio, infatti, è stato fermato il convivente 43enne della vittima. Già sottoposto a interrogatorio l'uomo ha risposto a tutte le domande degli inquirenti senza confessare l'omicidio ma ammettendo che la coppia spesso litigava per motivi di gelosia nonostante i venti anni di convivenza. E su questo punto si concretizza un possibile movente per gli inquirenti. Al momento, infatti, non reggerebbe l'alibi fornito dall'uomo che ha dichiarato che al momento dell'omicidio si trovava a Milano: a incastrare l'uomo invece sarebbero i testimoni oculari, almeno due, dell'omicidio e il suo cellulare che è stato agganciato sul luogo e proprio all'ora dell'aggressione. Per questo gli investigatori e inquirenti ritengono che ci sono gravi indizi di colpevolezza sull'uomo: potrebbe essere dunque il compagno l'uomo che si vede nel video camminare via, senza neanche correre.
Si segue la pista della gelosia
Dai primi giorni di indagini è emerso che la coppia era residente in zona Corvetto, ma entrambi originari dell'Albania dove vivono ora i due loro figli avuti entrambi da delle precedenti relazioni. Da tempo la coppia litigava spesso, cosa che ha ammesso il marito, ora in carcere a Milano in attesa della convalida del fermo e con già altri precedenti di polizia alle spalle. Agli inquirenti però, al momento, non risultano precedenti denunce per maltrattamento e violenza domestica. Tra le certezze, invece, emersa dalle dichiarazioni degli inquirenti è che la donna era conosciuta nella via dell'omicidio, perché qui lavorava come prostituta. L'autopsia fissata per giovedì 11 febbraio sul corpo della donna potrà fornire ulteriore dettagli alle indagini.