Fanno pagare 5mila euro per le risposte al quiz della patente: tra i 35 indagati anche un vigile urbano
Una donna è finita agli arresti domiciliari in quanto accusata di essere l'organizzatrice di un sistema che permetteva ai clienti di superare con facilità l'esame di teoria per il conseguimento della patente di guida dietro il pagamento di cifre che arrivavano a 5mila euro. Insieme a lei, l'unità investigazioni e prevenzione della polizia locale di Milano ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di altri quattro presunti organizzatori della frode, tra cui un vigile urbano, e di oltre 30 neopatentati che avrebbero beneficiato del sistema.
I "pacchetti" offerti ai clienti
L'indagine, durata circa due anni, si è sviluppata intorno al quartiere Chinatown di Milano. Secondo quanto ricostruito, diversi cittadini stranieri erano soliti affidarsi a varie persone che promettevano il superamento dell'esame di teoria per la patente di guida anche a chi non conosceva la lingua italiana. Le indagini, condotte dalla polizia locale milanese, sono iniziate con pedinamenti e appostamenti e poi finite con numerose intercettazioni telefoniche.
L'aspirante candidato, dopo aver pagato tra i 3mila e i 5mila euro, veniva istruito su come avrebbe ricevuto le risposte giuste ai quiz della prova d'esame. In alcuni casi gli veniva offerto un "pacchetto completo", che prevedeva anche il disbrigo delle pratiche burocratiche e l'accompagnamento in taxi nel giorno dell'esame nella sede della motorizzazione civile. Una volta di fronte alla postazione, il candidato riceveva le risposte dei quiz attraverso auricolari e microcamere nascoste sotto i vestiti. A suggerire c'era un "soggetto italiano" appostato in un locale di Chinatown.
Chi sono gli indagati e quali reati gli vengono contestati
La polizia locale ha accertato che nel periodo controllato sono stati coinvolte almeno 30 persone che sarebbero riuscite a conseguire in questo modo la patente di guida. Loro sono stati già denunciati, ma gli agenti stanno valutando le posizioni di altri presunti clienti. Tra gli indagati, oltre alla presunta organizzatrice del sistema, c'è una guardia giurata, che avrebbe evitato il controllo dei candidati durante l'esame, e un agente della polizia locale, il quale avrebbe fatto da suggeritore da remoto fornendo le risposte dei quiz.
Durante le varie perquisizioni gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato 160mila euro in contanti, oggetti preziosi e la strumentazione elettronica utilizzata per l'attività. Agli indagati viene contestato a vario titolo: falsa redazione di certificati medici attestanti l'idoneità per il conseguimento della patente di guida, reati informatici per l'intercettazione fraudolenta di comunicazioni relative ad un sistema informatico utilizzato dallo Stato, reati contro la Pubblica Amministrazione quali l'istigazione e la corruzione di una persona incaricata di un pubblico servizio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.