Fanno il saluto romano alla commemorazione di Sergio Ramelli: a processo 5 persone
Cinque uomini andranno a processo per aver fatto il saluto romano con il braccio destro teso durante la commemorazione a Sergio Ramelli al cimitero maggiore di Lodi il 30 aprile 2022. È la prima volta che la procura lodigiana chiede e si vede accolta la richiesta di rinvio a giudizio per chi partecipa a questa cerimonia, che si repete annualmente, e che viene identificato dalle forze dell'ordine. Alcuni degli indagati, tra l'altro, risultano iscritti nel fascicolo aperto per l'analoga commemorazione del 2023. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere ieri, mercoledì 13 marzo, ma gli avvocati difensori hanno rilevato che il reato contestato è di competenza del Tribunale collegiale, perciò l'inizio del processo dovrà essere fissato di nuovo.
Sergio Ramelli è morto il 29 aprile del 1975. Il 13 marzo precedente lo studente 18enne era stato aggredito in una strada di Milano con chiavi inglesi. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i responsabili erano persona vicine alla formazione di estrema sinistra Avanguardia. Ramelli faceva parte parte del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano, e aveva condannato i delitti delle Brigate Rosse.
Ogni anno, sostenitori dell'estrema destra si ritrovano al cimitero maggiore di Lodi, dove è custodita la tomba di Ramelli, per commemorarlo. Queste cerimonie vengono presidiate dalle forze dell'ordine che in più di un'occasione hanno identificato e filmato saluti a braccio destro teso.
Secondo la Procura di Lodi, un 66enne, un 25enne, un 39enne, un 60enne e un 40enne avrebbero violato la "legge Scelba", che punisce "chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste". Un altro fascicolo è stato aperto per la commemorazione del 2023 e parte degli indagati sono gli stessi. Il processo avrebbe dovuto aprirsi il 13 marzo, ma gli atti sono stati rimandati al pm perché il reato contestato è di competenza del Tribunale collegiale, perciò dovrà essere fissata una nuova udienza.