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Covid 19

Famiglie vittime Covid chiedono 100 milioni di euro a Governo e Lombardia, prima udienza ad aprile

È stata fissata per il prossimo aprile la prima udienza nell’ambito della causa mossa dal Comitato “Noi Denunceremo”, che riunisce i famigliari delle vittime del Covid, con la richiesta di 100 milioni di euro di indennizzo da parte di Governo, Regione Lombardia e Ministero della Salute. I parenti delle vittime lamentano una cattiva gestione della pandemia da parte delle istituzioni.
A cura di Filippo M. Capra
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I parenti delle vittime del Covid, riunitesi sotto il Comitato "Noi Denunceremo", hanno annunciato che la prima udienza nella causa intentata contro Regione Lombardia, Governo e Ministero della Sanità è stata fissata ad aprile, dopo la notifica del 23 dicembre scorso.

Chiesti 100 milioni di euro di indennizzo

"Alla causa già radicata davanti al Tribunale di Roma – ha spiegato l'avvocato del Comitato Consuelo Locati all'agenzia Agi – hanno aderito per ora i familiari di 120 defunti". Il legale ha però lasciato la porta aperta per altri parenti di vittime Covid, massimo fino al secondo grado, che volessero partecipare in quanto parte lesa, nonostante non vivano in Lombardia. L'accusa mossa dal Comitato "Noi Denunceremo" al Governo, alla Regione e alle autorità locali nel momento in cui è scoppiata l'epidemia all'interno della Lombardia, è quella di non essere riusciti ad assumere provvedimenti tempestivi per limitarne la diffusione e, dunque, limitare le morti ed evitare il lockdown nazionale e i conseguenti problemi economici che ne sono scaturiti. Inoltre, il Comitato denuncia anche un mancato aggiornamento del piano pandemico da parte sia del Governo centrale che da quello della Regione governata da Attilio Fontana. In totale, come già dichiarato in una recente intervista concessa a Fanpage.it, i famigliari delle vittime del Covid chiederanno cento milioni di euro, per circa 260.000 euro a persona. Allora, l'avvocato Locati, aveva ribadito come ci fossero "famiglie distrutte che hanno perso numerosi famigliari nel giro di sei giorni – spiega l'avvocato – la regione Lombardia non ci ha mai contattati, non ha mai voluto un confronto, lo stiamo chiedendo da settembre e non ci risponde nessuno".

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