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Incendio in autofficina a Milano, un amico della famiglia uccisa nel rogo: “Antonio dava ripetizioni e aiutava i genitori”

Sull’incendio di via Fra Galgario a Milano è stato aperto un fascicolo per disastro, omicidio e incendio colposo nel quale è iscritto come primo indagato il titolare dell’officina. Nel rogo sono morti Silvano Tollardo, 66 anni, Carolina De Luca, 63 anni, e il figlio 34enne Antonio.
A cura di Francesca Del Boca
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Un'intera famiglia sterminata da un incendio. Si trovavano nella loro casa di via Fra Galgario, zona Bande Nere a Milano, quando le fiamme partite da un liquido infiammabile nell'officina al piano terra li hanno travolti, nel tardo pomeriggio di venerdì 14 giugno: Silvano Tollardo, 67 anni, la moglie Carolina De Luca, 63 anni, e il figlio 34enne Antonio Tollardo sono stati trovati uno accanto all'altro, morti per le inalazioni dei fumi.

Il ricordo di Antonio, 34 anni, morto nel rogo con i genitori

"Antonio era tornato da poco dal lavoro, quel giorno". Davanti al portone ormai carbonizzato del civico 8 c'è anche Ashraf Sharmoul, titolare del ristorante in cui il 34enne aveva festeggiato la sua laurea molti anni prima. "Un bravissimo ragazzo, tranquillo, gentile. Al tempo dava anche ripetizioni di matematica e italiano a mio figlio", racconta oggi a Fanpage.it. "Purtroppo la mamma Carolina da tanto tempo non stava bene, anche il figlio non usciva tanto". Il giovane cercava di mettere via qualche soldo per poter finalmente uscire dalla casa paterna. "Ma ultimamente faceva solo casa e lavoro, doveva stare vicino ai suoi genitori malati".

Per gli investigatori, il 34enne avrebbe provato a salvare i genitori prima di venire intossicato dal monossido di carbonio prodotto dalla combustione: i loro corpi giacevano nel corridoio del loro appartamento, diretti verso la porta. Altre sei famiglie, invece, sono riuscite a scappare, mentre quattro persone sono rimaste lievemente ferite.

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I rilievi nell'officina da cui è partito l'incendio

Nel frattempo, in Procura, è stato aperto un fascicolo per disastro, omicidio e incendio colposo, nel quale è iscritto come primo indagato (come atto dovuto a garanzia) il titolare dell’officina al piano terra, ora sotto sequestro. Secondo le prime ricostruzioni, il rogo sarebbe stato originato dallo sversamento improvviso di un liquido infiammabile vicino alla marmitta di un'auto in riparazione su un ponte: "Stavamo lavorando alla marmitta di una macchina a benzina", ha raccontato ai vigili del fuoco uno dei presenti. "Sono state normali manovre".Il titolare, così, avrebbe cercato di spegnere le fiamme con un estintore, ma senza successo: le fiamme hanno immediatamente divorato il negozio al piano terra, bruciando poi la facciata del palazzo.

Le indagini dovranno chiarire se nell’officina siano state rispettate tutte le norme di sicurezza. "Stiamo parlando di una piccola attività, non riteniamo ci fossero sostanze particolarmente pericolose", fanno intanto sapere i vigili del fuoco. Ma l'attività di ricerca prosegue.

(Con Chiara Daffini)

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