Famiglia dopo lo sfratto è costretta a vivere in auto con il freddo: si mobilita un intero paese
Dopo lo sfratto dalla loro casa a Trezzo sull'Adda nel Milanese una famiglia di origini turche è stata costretta a vivere in auto. Anche in questi giorni di freddo. Una volta però che la comunità ha saputo cosa stava accadendo è scattata la solidarietà. Come spiega Il Giorno in una intervista, parrocchia e Comune hanno pagato il bed and breakfast alla famiglia e si sono attivati anche alcuni parenti. Intanto per il padre è stato trovato anche un lavoro che potrebbe permettere di nuovo a genitori e figli, studenti universitari, di permettersi ancora un affitto. Per i coniugi questa solidarietà è "un sogno".
A raccontare cosa è successo è stato il sindacato Sicet: "Abbiamo fatto di tutto per evitare che finissero in mezzo alla strada, ma non c’era una casa in affitto neanche a pagarla oro, figuriamoci con le nostre poche risorse". Non ci sono dubbi che è un esempio di "collaborazione tra pubblico e privato, ma a me piace dire che è il cuore grande della gente a fare la differenza. Per evitare il peggio, volte, basta davvero tendere una mano". L'intervento degli enti del territorio ha permesso che i figli non rinunciassero alle lezioni in università: uno dei ragazzi ha 19 anni, l'altro 21.
Il sindacalista Gianluigi Colombo ha poi precisato: "Non riuscivo a dormire e pensavo: come faranno a lavarsi i denti stamattina? Immaginiamoci il resto. Il bisogno di una doccia. Lo sfratto cancella anni di sacrifici per ottenere un posto precario o sottopagato con lo scoglio di essere stranieri da superare ogni giorno". Infine precisa che lo sfratto è anche "perdere tutte le proprie cose. Non abbiano ancora trovato un posto dove stoccare i mobili e le masserizie e se non lo facciamo entro un mese da quando ci hanno buttato fuori, finiscono al macero". Ora tutto dovrebbe risolversi, grazie ovviamente a un'intera comunità che si è mossa per aiutare la famiglia.