Falsi test Covid e analisi per tumori, sequestrata una farmacia: i titolari erano fratello e sorella

È stata sequestrata una farmacia a Renate, comune in provincia di Monza e Brianza. La stessa attività, secondo quanto riportato in una nota stampa, era già stata chiusa nell'ultimo mese: all'epoca il motivo era stato l'assenza dei requisiti sanitari da parte della titolare, una donna di 42 anni, e del fratello nonché suo collaboratore, un uomo di 44 anni. Nessuno dei due avevano fatto il vaccino anti-Covid ed erano stati sospesi dall'ordine dei farmacisti.
La denuncia di una mamma
Da allora, i carabinieri di Besana in Brianza, i Nas di Milano e la Commissione Ispettiva delle Farmacie dell'Ats Brianza avevano continuato con i controlli: i titolari infatti continuavano a esercitare l'attività nonostante la sospensione. Dopo le questioni dell'ultimo mese, la farmacia era pronta a riaprire perché a carico dei due non c'erano più provvedimenti di sospensione. Da agosto però i militari stavano eseguendo ulteriori approfondimenti: una mamma aveva infatti sporto denuncia perché preoccupata da alcune anomalie presenti sul referto del tampone molecolare che il figlio aveva effettuato.
I tamponi e gli esami falsi
Dalle indagini è emerso che il tampone era falso perché né il laboratorio di Monza né quello di Carate Brianza aveva ricevuto e analizzato il tampone. Insieme ai Nas, i carabinieri hanno sequestrato dei documenti e del materiale informatico. Gli approfondimenti della Procura, grazie all'aiuto di alcuni consulenti tecnici, hanno permesso di scoprire che altri quindici, tra referti e dichiarazioni, erano falsi. Una condotta molto grave considerato che molti di questi soggetti potrebbero essere stati positivi e aver così contagiato altre persone. La farmacia non avrebbe però falsificato solo i tamponi: dalle analisi è emerso che anche un prelievo per cercare un antigene prostatico per la diagnosi dello stato di un paziente malato di tumore, era falso. Per questo motivo, i carabinieri hanno sequestrato la farmacia per impedire che il reato si perpetrasse e hanno proceduto con la denuncia dei due farmacisti: i due sono stati indagati per falsità ideologica e materiale in atti pubblici e in certificati, inosservanza dei provvedimenti dell'autorità ed esercizio abusivo della professione di farmacista.