Fabrizio Corona assolto dall’accusa di tentata estorsione per un video intimo, l’avvocato: “È una frode processuale”

Fabrizio Corona è stato assolto dall'accusa di tentata estorsione per il presunto ricatto di una donna con un video intimo che si era rivolta a lui nel 2021 per servizi editoriali e pubblicitari su un libro che lei voleva pubblicare. Per il giudice Mario Morra del Tribunale di Milano "il fatto non costituisce reato".
Questo pomeriggio, giovedì 10 aprile, si è tenuta l'udienza del processo per tentata estorsione a carico di Fabrizio Corona per un presunto ricatto con al centro un video intimo. A denunciarlo era stata una 30enne del Lodigiano che si era rivolta all'ex re dei paparazzi nel 2021 per servizi editoriali e pubblicitari su un libro che voleva pubblicare. Quando poi si è lamentata che il libro non vendeva, Corona avrebbe cercato di costringerla "a non intentare azioni legali contro di lui", minacciandola con un video che li ritraevano in atteggiamenti intimi. Il pm di Milano Antonio Cristillo aveva chiesto una condanna a 1 anno e 8 mesi e 700 euro di multa che durante la requisitoria aveva parlato di "larvata minaccia" rafforzata dal "curriculum giudiziario" di Corona e del "ricatto" come forma "per comprare il silenzio". Corona, di tutta risposta, ha sempre sostenuto di non averla mai minacciata e che lei, testimoniando in aula, avrebbe detto solo "bugie".
Oggi, infine, è arrivata la sentenza: Fabrizio Corona è innocente. L'ex re dei paparazzi è stato assolto dall'accusa di tentata estorsione. Lo ha deciso il giudice Mario Morra del Tribunale di Milano che ha accolta la richiesta degli avvocati Ivano Chiesa e Cristina Morrone, con la formula "perché il fatto non costituisce reato".
Il giudice trasmetterà ora alla Procura gli atti per valutare la posizione della donna, in quanto avrebbe depositato una chat con un messaggio cancellato. "Apparentemente è una frode processuale", ha dichiarato il difensore Ivano Chiesa fuori dall'aula. "Fabrizio sarà felice. Però sarebbe il caso, quando ci sono notizie di reato così, di lasciar perdere". Le motivazioni della sentenza sono attese entro i prossimi 90 giorni.