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Fabio Volo riapre la panetteria di famiglia a Brescia: “Ma non mi metterò a fare il pane”

“Devo ancora visualizzarmi cosa ci sarà dentro, forse sarà una catena. Dentro però voglio la foto di papà”, spiega il celebre conduttore, attore e scrittore. Il forno fondato dal padre Giovanni Bonetti, chiuso da anni, era in viale Venezia.
A cura di Francesca Del Boca
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Torna alle origini Fabio Volo. A 51 anni, dopo una lunghissima carriera da dj, conduttore televisivo, sceneggiatore, attore e scrittore da 9 milioni di copie vendute in tutto il mondo, ha deciso: "Riaprirò la panetteria di famiglia, a Brescia".

Lo dichiara in una lunga intervista a Corriere della Sera, dove ripercorre ricordi, vecchi amori e passioni. Tra cui lo storico forno di papà Giovanni Bonetti, ormai chiuso da anni. "Devo ancora visualizzarmi cosa ci sarà dentro. Forse sarà una catena. Dentro però ci sarà la foto di papà", spiega.

L'attività, naturalmente, sorgerà nel cuore di Brescia. Sarà l'antica sede in viale Venezia? È ancora tutto da definire. "Ma non mi metterò certo a fare il pane", assicura intanto Fabio Volo.

Lo scrittore, del resto, ha sempre raccontato di aver iniziato a lavorare nel panificio di famiglia, a fianco del padre Giovanni. È lì che ha imparato l'arte della panificazione, di cui (come tanti) durante i mesi del lockdown ha dato più e più prove di bravura. Focaccia di Recco, pane ferrarese, croissant, lievitati di ogni genere: non c'è ricetta a base di farina che il popolarissimo attore e conduttore non sappia eseguire.

L'aspettativa per la nuova apertura del locale di Fabio Volo, nel frattempo, è tanta. Così come la gioia per i tantissimi bresciani che negli anni hanno frequentato il forno di casa Bonetti durante le passeggiate in via Venezia, e che (forse) a breve potrebbero ritrovare i sapori di una volta.

"Io ho imparato il mestiere nel panificio di mio padre", le parole di Fabio Volo anni fa a La Repubblica. "Faccio leggere i miei scritti ad alcuni amici di cui mi fido, ma alla fine sono io che decido liberamente. L'ho imparato da mio padre che aveva una panetteria e mi parlava della coscienza del forno: ti accorgi subito se il pane sfornato è buono o no”.

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