Fabio Ravasio ucciso in bici a Parabiago per l’eredità, il meccanico arrestato ha consigliato l’Opel Corsa
C'è un settimo accusato per la morte di Fabio Ravasio, il ciclista 52enne investito e ucciso mentre era in bici a Parabiago, in provincia di Milano, da quella che si sarebbe poi rivelata una finta auto pirata. Si tratta del meccanico 40enne, originario del paese, che avrebbe consigliato alla banda la vettura da utilizzare e l'avrebbe sistemata. Ravasio ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto venerdì 9 agosto 2024, attorno alle ore 20,00, mentre rientrava dal lavoro, sulla Strada Provinciale 149. L'uomo, dopo essere stato investito da una Opel Corsa – il cui conducente non si è fermato per prestare soccorso – è deceduto poco dopo all'ospedale di Legnano, dove era stato portato, a causa delle lesioni e ferite riportate nell'incidente.
Le indagini della Procura: presi 7 della banda
Sulla vicenda si sono aperte le indagini dei carabinieri della Compagnia di Legnano, coordinate dal pm Ciro Caramore della Procura della Repubblica di Busto Arsizio. I militari dell'Arma, però, quando hanno notato che la targa del veicolo era contraffatta, si sono insospettiti e hanno deciso di approfondire la vicenda. I militari hanno quindi cercato tutte le targhe associabili a quella che si vedeva nei filmati e ne hanno individuata una che era appartenuta proprio alla compagna della vittima, Adilma Pereira Carneiro, una 49enne di origine brasiliana.
Falsa auto pirata per intascare l'eredità: l'ipotesi investigativa
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l'incidente sarebbe stato una messa in scena per intascare l'eredità del 52enne. Nella serata di venerdì 23 agosto, i carabinieri hanno fermato 6 persone che sono state portate in caserma ed hanno confessato. Ieri, è arrivato il settimo fermo. Si tratta di un meccanico 40enne di Parabiago. L'ordinanza del pm è stata emessa mercoledì 28 agosto dalla Procura.
Fermato il meccanico di Parabiago
Secondo le indagini, l'uomo avrebbe sistemato la Opel Corsa nera utilizzata per investire Ravasio e avrebbe consigliato al gruppo, di cui faceva parte la compagna della vittima Adilma Pereira Carneiro, di utilizzare quella e non altre auto tra le quali avrebbero potuto scegliere. Anche per lui l'accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato. Il 40enne è stato portato alla casa circondariale di Busto Arsizio, in attesa dell'udienza di convalida. Tutte le parti avranno modo di difendersi nel prosieguo della vicenda processuale.