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Fa “troppe assenze” dal lavoro per curare la figlia attaccata a un respiratore: licenziato un 42enne

La Cgil denuncia il caso di un fattorino che è stato licenziato perché avrebbe fatto troppe assenze per assistere la figlia disabile, costretta a vivere attaccata a un respiratore.
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Un uomo di 42 anni è stato licenziato dalla ditta in cui lavora perché, secondo i suoi capi, avrebbe fatto "troppe assenze" per poter assistere la figlia che è costretta a vivere attaccata a un respiratore a causa di una grave forma di disabilità. A denunciare l'accaduto è la Federazione Italiana Lavoratori Trasporti della Cgil.

Il 42 enne, papà di una bimba con una grave patologia, da quattro anni lavorava con un part time di tre giorni a settimana in un'azienda di trasporti che ha in subappalto anche le consegne per conto di Amazon. Ma lo scorso dicembre sarebbe stato improvvisamente licenziato, per "giusta causa" dal datore di lavoro a causa di un "esubero".

Secondo quanto raccontano dalla Cgil, "il lavoratore in questione ha ricevuto la notizia del proprio licenziamento durante una telefonata al proprio responsabile che gli comunicava di non presentarsi in servizio perché licenziato".  "Il motivo del licenziamento – continuano dal sindacato – sono le troppe assenze, giustificate dalla necessità di questo padre di dover accudire la figlia affetta da gravi disabilità, non autosufficiente e tenuta in vita da macchine che provvedono a farla respirare".

"Ci domandiamo – conclude la nota della Filt Cgil – chi condividerà le spese che dovrà affrontare questa famiglia, chi condividerà la disperazione di un padre e una madre che si trovano senza un’entrata economica, chi condividerà l’angoscia di vedere la propria figlia attaccata a un respiratore?".

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