“Fa 140 km per allenarsi e i bulli la deridono”: parla il papà della ballerina con la sindrome di down
"Continueremo la nostra battaglia contro il bullismo, non ci sentiamo soli". A Fanpage.it parla Elio Canino, il papà di Giada, la ballerina di 17 anni con la sindrome di Down presa di mira dai bulli su TikTok.
Sui social a Giada piace pubblicare video mentre balla, del resto lei è campionessa italiana e regionale di danza sportiva, ha vinto decine di coppe e medaglie e nel 2025 rappresenterà l’Italia ai Mondiali Special Olympics di Torino. I genitori spiegano che non è stato facile leggere tutti quei messaggi di insulti, ma dopo un loro video di denuncia fortunatamente le cose sono cambiate.
Quando ha iniziato a ballare Giada?
Giada ha iniziato a ballare quando aveva 12 anni. Alla scuola di ballo Rosy Dance di Villongo, in provincia di Bergamo. È un'atleta ormai affermata in quasi tutte le discipline. Ci sta regalando tante soddisfazioni ed emozioni.
Quante volte si allena a settimana?
Si allena mediamente due volte a settimana, il lunedì e il venerdì. Ma capita che nel periodo delle gare in palestra ci va tre volte. È un bel sacrificio: noi viviamo in provincia di Lecco e quindi per permetterle di allenarsi facciamo 70 chilometri andata e 70 chilometri il ritorno. Lo facciamo con molto piacere perché la vediamo felice e allegra. Sta facendo quello che le piace.
Balla da sola o con qualcun altro?
Fa più discipline. Giada balla da sola. Ma anche con Michele, un ragazzo affetto da autistismo. Ed è l'unica coppia in Italia con disabilità gravi che ballano. Balla anche con Peppe, altro ragazzo con sindrome di Down, e poi balla anche con tutto il resto della squadra. Fanno balli di gruppo. Si cimenta in tutte la discipline, siamo orgogliosi per l'impegno e la passione che mette in tutto ciò che fa.
Poi arrivano gli insulti ai video su Tik Tok. Lei più volte si è chiesto dove stanno i genitori di queste persone.
Me lo chiedo spesso e non ho nessuna risposta purtroppo. È una cosa che fa male, come è possibile che i genitori non si accorgano che i figli scrivono questi insulti? Sarà che io e mia maglie siamo particolarmente attenti: controllo quello che succede anche sul web a mia figlia. Sui social trovi di tutti. Non nascondo che in tanti mi hanno chiesto perché non tolgo mia figlia dai social.
E lei cosa risponde?
Che non c'è motivo di toglierla dai social. Per darla vinta a questi bulletti? No assolutamente.
I bulli che scrivono sui social si nascondono dietro a nickname. Ma chi sono secondo lei?
Sono anche purtroppo persone adulte, ma la maggior parte sono giovani. Sono andato a vedere i loro profili e i video che pubblicano, sono ragazzi.
Ci tengo a precisare che sono però più i commenti belli che brutti.
Scrivono ancora?
Dopo il nostro video pubblicato sui social in cui abbiamo denunciato quello che stava accadendo, non sono arrivati più messaggi offensivi. Arrivano solo commenti di solidarietà di tantissime persone che soprattutto non conosciamo. Questo ci dà la carica di andare avanti perché questo vuol dire che c'è gente di buon cuore.
Come ha preso giada questi commenti?
Ha iniziato a fare domande a me e a mia moglie. Ci chiede perché scrivono questi commenti, perché ha sindrome di Down. Perché è diversa? È la prima volta che siamo di fronte a un problema di bullismo, non pensavamo potesse accadere anche a noi.
Tante persone vi sono vicine…
Ci danno la forza di portare avanti questa questa battaglia contro il bullismo. Questa mattina ci ha chiamato il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli. Ha detto che ci aspetta a Roma perché vuole conoscere Giada di persona. Ci sentiamo tutelati così. Non ci sentiamo soli.