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Ex vigilessa scomparsa: tutto ciò che non torna sul caso che vede indagate le figlie per omicidio

Laura Ziliani è scomparsa da Temù (Brescia) lo scorso 8 maggio: da allora non si sono più avute notizie di lei né è stato trovato il suo cadavere. Ieri due delle tre figlie sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio. E sempre nella stessa giornata tutte e due e uno dei fidanzati delle ragazze sono stati interrogati dai carabinieri. Le indagini sul loro conto sono partite a causa di alcune incongruenze rilevate dagli inquirenti nelle loro versioni dei fatti.
A cura di Ilaria Quattrone
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La donna scomparsa
La donna scomparsa

Lo scorso 8 maggio Laura Ziliani è scomparsa da Temù, comune in provincia di Brescia, dopo che era uscita da casa per una passeggiata in montagna. Da quel giorno non si sono più avute notizie di lei, né è mai stato trovato il suo cadavere. Ieri, dopo settimane di ricerche e speranza, c'è stata una svolta nel caso: le sue figlie, Paola e Silvia Zani, sono state iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio. Sempre nella stessa giornata, in base a quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", le due ragazze e il fidanzato di uno dei due sono stati ascoltati dai carabinieri della compagnia di Breno.

Incongruenze nel racconto delle figlie e di uno dei fidanzati

Durante l'interrogatorio, una di loro si sarebbe anche sentita male. La questione è trattata con delicatezza. Nessuno né dalla Procura né dai carabinieri, contattati da Fanpage.it, è disposto a rilasciare alcuna dichiarazione. "Atto dovuto per esigenze tecniche" sono state infatti le uniche parole uscite dalle stanze degli inquirenti. Intanto la villa di Temù, dove la donna si trasferiva durante i weekend, è stata posta sotto sequestro. Al momento, sulla base di quanto emerso, sembrerebbe che le ragazze di 19 e 27 anni siano indagate perché nelle loro versioni dei fatti sono emerse "delle incongruenze" che non convincono gli inquirenti. Incongruenze che sarebbero anche state rilevate nel racconto di uno dei fidanzati delle ragazze.

I dubbi sulla scarpa e il cellulare ritrovato

L'ex vigilessa, vedova dal 2012 quando il marito morì travolto da una valanga, era uscita di casa alle 7 del mattino di sabato 8 maggio. Era stata ripresa da una telecamera in paese e incrociata lungo un sentiero da un escursionista. A dare l'allarme erano state proprio le figlie adesso accusate del suo omicidio. In quei giorni c'era stato un enorme dispiegamento di forze, ma della donna nessuna traccia. Anche i cani molecolari non sono stati in grado di ritrovarla. Il 23 maggio un escursionista trovò una scarpa vicino al torrente che passa da Temù, facendo così ripartire le operazioni. Una delle due figlie avrebbe fin da subito affermato che appartenesse alla madre mentre l'altra era apparsa dubbiosa.

Le altre ipotesi sulle quali indagano gli inquirenti

A far emergere ulteriori dubbi agli inquirenti sembrerebbe essere anche il ritrovamento del cellulare: la donna era uscita di casa senza telefono, che è stato poi trovato tra le pieghe del divano della abitazione di Temù. La Procura, parallelamente alla pista dell'omicidio, lascia aperta anche la possibilità che la donna durante la sua passeggiata in montagna sia stata vittima di un incidente o che possa aver incontrato qualcuno che possa averle fatto del male.

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