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Ex broker truffava i propri clienti con l’aiuto del padre e della sorella: sequestrati 2,4 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Milano ha disposto il sequestro di 2,4 milioni di euro a un ex broker che truffava le sue vittime, spesso anziane e con gravi patologie.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di ieri, mercoledì 29 maggio, la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Milano nei confronti di un ex broker finanziario e dei suoi familiari più stretti. Sono stati sequestrati 2.400.490 euro. I tre sono accusati di truffa e abusivismo in materia di intermediazione finanziaria.

L'ex consulente, che già nel 2018 era stato colpito da un provvedimento della Consob (Commissione nazionale per le società e la borsa) di radiazione dall'Albo professionale: all'epoca era stato accusato di essersi appropriato illecitamente di ingenti somme di denaro dai propri clienti. Nonostante quella decisione, ha proseguito in questa attività illecita aiutato anche dal padre e dalla sorella: anche loro erano consulenti finanziari e anche loro sono stati radiati dall'Albo per condotte simili. 

Durante le indagini, che sono state condotte dalla sezione di polizia giudiziaria, è emerso che l'uomo ha omesso di riferire di non avere più alcun titolo professionale. Dopo aver conquistato la fiducia dei suoi clienti, li convinceva a investire i propri risparmi in prodotti finanziari gestiti dallo stesso: in questo modo otteneva ingenti somme di denaro che trasferiva sui propri conti bancari o su quelli dei familiari.

Avrebbe utilizzato una galleria d'arte, riconducibile a lui, per raccogliere denaro da gestire proponendo l'acquisto di quadri di autori contemporanei mai consegnati alle vittime. Avrebbe infatti promesso loro un importante profitto dalla rivendita in paesi esteri. le vittime, illuse di poter ottenere rendimenti sui capitali investiti, venivano ingannate con una falsa rendicontazione periodica e la restituzione di minime somme di denaro a titolo di interessi, che però non corrispondevano agli interessi promessi.

Alla scadenza dell'investimento, gli indagati non rimborsavano il capitale ma allungavano i termini con false giustificazioni e spesso inducendo le vittime, che già avevano problemi economici, a richiedere ulteriori finanziamenti con la fittizia promessa del pagamento delle rate da parte del falso broker.

Dalle indagini è emerso che dal 2009 hanno raccolto diversi milioni di euro ai danni di almeno 19 persone fisiche, molte delle quali anziane con gravi patologie.

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