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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Ex assessore leghista spara e uccide un uomo: chiesto il processo con l’accusa di omicidio volontario

La procura di Pavia ha chiesto il processo per omicidio volontario per Massimo Adriatici, l’ex assessore leghista che sparò e uccise Younes El Boussettaoui nel 2021.
A cura di Ilaria Quattrone
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Massimo Adriatici
Massimo Adriatici

La procura di Pavia ha chiesto il processo per l'ex assessore leghista di Voghera Massimo Adriatici con l'accusa di omicidio volontario. L'avvocato cinquantenne è accusato di aver sparato e ucciso il 39enne Younes El Boussettaoui la sera del 20 luglio 2021. La richiesta dei pubblici ministeri Stefano Civardi e Fabio Napoleone sarà valutata durante l'udienza preliminare, che è stata fissata per l'11 settembre, davanti al giudice Luigi Riganti.

Durante quella giornata, il gup dovrà valutare che procedere con il giudizio oppure prosciogliere l'imputato. L'ex assessore, che è difeso dagli avvocati Luca Gastini e Carlo Alleva, potrebbe chiedere di essere giudicato con il rito abbreviato. In questo caso, potrebbe ottenere uno sconto di pena di un terzo in caso di condanna. Nell'udienza del 11 settembre, i familiari della vittima si costituiranno parte civile. 

I fatti contestati sono accaduti il 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera quando Adriatici sparò e uccise il 39enne. A seguito delle indagini, era stato accusato dal sostituto procuratore Roberto Valli di eccesso colposo di legittima difesa. Il magistrato aveva chiesto una condanna a 3 anni e sei mesi. A novembre dello scorso anno, la giudice Valentina Nevoso aveva chiesto di modificare l'imputazione in omicidio volontario. Ha quindi restituito gli atti in procura.

A seguito di questa decisione, il sostituto procuratore Valli ha deciso di lasciare il caso al procuratore capo Fabio Napoleone e al procuratore aggiunto Stefano Civardi. Per i pubblici ministeri, quel proiettile è stato esploso "in violazione dei doveri del suo ufficio di assessore"svolgendo "indebitamente un servizio di ronda armata" e di "pedinamento" della vittima.

Dalle investigazioni è inoltre emerso che la pistola aveva un colpo in canna ed era caricata con proiettili a punta cava "utilizzabili in poligono e non per difesa personale".

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