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Evade dai domiciliari per appostarsi sotto casa dell’ex compagna e insultarla: arrestato

Un uomo di cinquant’anni è stato arrestato perché ha evaso gli arresti domiciliari per appostarsi sotto casa dell’ex compagna e insultarla: era già stato condannato per avere perseguitato altre donne e, in alcuni casi, aver condiviso video sessualmente espliciti senza il loro consenso.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nel pomeriggio di lunedì 3 luglio, gli agenti della squadra mobile di Monza e Brianza hanno arrestato un uomo di cinquant'anni perché accusato di aver violato gli arresti domiciliari per appostarsi sotto casa di un'ex compagna e insultarla. Il cinquantenne era ai domiciliari proprio perché accusato di aver perseguitato altre donne, con cui aveva avuto una relazione, e in alcuni casi aver diffuso immagini e video sessualmente espliciti.

Il cinquantenne ha perseguitato quasi tutte le ex compagne

L'uomo avrebbe perseguitate quasi tutte le ex compagne che decidevano di lasciarlo una volta scoperta la sua gelosia e possessività. In alcuni casi si sarebbe mascherato e avrebbe raggiunto i quartieri delle vittime in piena notte per imbrattare i muri con scritte offensive nei loro confronti. Avrebbe anche diffuso su alcuni siti di incontri video che ritraevano le malcapitate in atteggiamenti a sfondo sessuale.

Avrebbe anche creato profili fake dove condivideva il numero delle sue vittime sostenendo che avrebbero fornito sesso. Il Tribunale di Monza lo aveva infatti condannato per atti persecutori, diffusione illecite di immagini o video sessualmente espliciti e lesioni nei confronti di una coetanea. Per espiare la condanna aveva anche deciso di intraprendere un percorso di recupero, ma a quanto pare senza successo.

L'uomo ha evaso gli arresti domiciliari per perseguitare un'ex

A febbraio il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva deciso di porre il cinquantenne agli arresti domiciliari a causa di alcuni gravi motivi di salute. Una volta a casa, il cinquantenne avrebbe però violato la detenzione. A maggio, per esempio, avrebbe provato a contattare una delle sue ultime vittime. Si sarebbe appostato sotto casa della donna, spesso di notte, avrebbe suonato il citofono con insistenza per poi riempirla di insulti.

Appresa la notizia, gli investigatori della squadra mobile hanno segnalato le violazioni al tribunale di Sorveglianza di Milano. Lunedì 3 luglio è stato quindi trasferito in carcere.

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